Mentre Jeff Bezos, fondatore di Amazon, la più celebre e-company del mondo, ha acquisito i più famosi supermercati americani di healthy food, Whole Foods, arriva la contromossa di WalMart che ha acquistato Bonobos (sito, marchio e negozi) per una somma ben più bassa (310 milioni di euro) dei 13,4 miliardi di dollari sborsati da Bezos.
Le due operazioni, e soprattutto la loro vicinanza temporale, sembrano fornire un'indicazione strategica per il futuro; il messaggio sotteso è questo: offline e online non sono mondi e settori incompatibili e autonomi, ma l'uno ha bisogno dell'altro, e viceversa, soprattutto quando un retailer e/o un etailer vogliono acquisire particolare know-how settoriale e specifico in tempi brevi (quindi non potendo costruirlo internamente).
Bonobos nacque 10 fa a New York come sito di eCommerce per vendere i "chino" (cinesi), un tipo di pantalone per uomo realizzato in tessuto cotone twill (il contrario di satinato e pianura), un tempo usati dai militari Usa. Con il successo di questo tessuto, che garantisce flessibilità e resistenza, Bonobos ha ampliato l'assortimento con camicie e completi uomo, aprendo successivamente una dozzina di negozi tradizionali e corner dentro i grandi magazzini Nordstrom, uno dei partner finanziatori della start up newyorkese.
Amazon non è facilmente eguagliabile sul terreno del puro eCommerce: nessun retailer tradizionale può raggiungere i quasi 80 miliardi di dollari (79,3 miliardi nel 2015) che Amazon fattura solo con le vendite online; e con incrementi a doppia cifra (+13%), nonostante la crescente concorrenza degli ultimi anni.
Con l'eCommerce, Wal-Mart ha ricavato quasi 14 miliardi di dollari (13,7 per l'esattezza), ma con incrementi paragonabili ad Amazon (+12%).
L'acquisizione di Bonobos è l'ultima in ordine di tempo di una lunga serie, nella quale spicca, per l'ammontare della transazione (circa 3,3 miliardi di dollari), quella di Jet.com.