Sostenibilità e gusto sfidano il reparto ortofrutta #Marca2025

sostenibilità gusto ortofrutta

Il convegno "Ortofrutta fra esperienza e sostenibilità" organizzato a Marca dall'associazione Donne del retail con SG Marketing, moderato da Cristina Lazzati, direttore di Gdoweek, Mark Up e Fresh Point Magazine, ha offerto l'occasione per una tavola rotonda tra retailer sulla gestione del reparto ortofrutta. SG Marketing ha analizzato la visione del consumatore, che cerca gusto, qualità e servizio, i retailer si confrontano con la sfida della sostenibilità e le criticità poste dai cambiamenti climatici e dalla sfida dei prezzi. Ecco i punti di vista di Conad, Carrefour Italia, Crai e Multicedi.

Gusto e sostenibilità peer il reparto ortofrutta

Se i cambiamenti climatici, con il conseguente cambiamento di geografia nella gestione del reparto ortofrutta, mettono potenzialmente al rischio l'aspetto organolettico del prodotto, a essere sollecitati sono anche le relazioni tra i retailer e i fornitori, con le pratiche di sostenibilità sempre più decise richieste dall'Unione Europea. L'ortofrutta costituisce uno dei reparti più forti nella mdd (qui i dati Circana), che dunque rappresenta una delle chiavi di lettura messe in campo dalle diverse insegne per dare una risposta ai desiderata dei consumatori.

"Carrefour come insegna di matrice francese ha colto da subito l'opportunità di sviluppare la mdd anche nei reparti freschi -commenta Greta Bonsignore, direttrice comunicazione di Carrefour Italia- con il rand Filiera Qualità. Ha oltre 30 anni ed è partito con il pane, ma oggi copre tante categorie e sviluppa gli aspetti della sostenibilità ambientale e sociale al centro della campagna di Carrefour Act For Food". In Italia il 100% dell'ortofrutta Carrefour è nel brand Filiera Qualità. A questo si aggiunge il biologico, che in Italia presenta margini di ulteriore crescita. "L'ortofrutta bio potrebbe essere un avamposto per creare più consapevolezza nei consumatori -prosegue Greta Bonsignore- puntando sia sugli investimenti dei retailer che sulla spinta all'informazione sulle caratteristiche nutrizionali, anche da parte delle istituzioni". Carrefour Italia ha in corso una partnership con Coldiretti per la valorizzazione di varietà antiche, e contribuisce alla valorizzazione del prodotto nostrano anche attraverso l'export; il melograno italiano a Dubai, il kiwi a Taiwan, e prima di tutto sul mercato europeo.

Prima di capire come misurare la qualità, bisogna imparare a garantirla. "Frutta e verdura sono filiere complesse -dice Roberta De Natale, quality & sustainability manager di Crai Secom- che presentano criticità per la gdo e la do: programmazione delle quantità, la gestione del prodotto in campagna, la logistica per portarlo al consumatore con tutte le caratteristiche organolettiche. La chiave è la filiera corta, che garantisce sia sul gusto che sui valori nutrizionali". Dunque la collaborazione con i soci sui territori e la ricerca del giusto equilibrio tra una standardizzazione che garantisce la sostenibilità economica, e la valorizzazione di territori e produttori, rappresentano le priorità di Crai. Anche qui si è sviluppata una collaborazione con Coldiretti, mirata a portare i piccoli produttori nella do, e a fare in modo che siano in grado di rimanere nel circuito. In questo ha un forte ruolo anche la formazione.

Anche per Multicedi l'accento è posto sulla selezione dei fornitori, che avviene in più fasi, con un portale digitale, la richiesta di documentazione e una successiva analisi sulla reputazione e la solidità aziendale operata dall'Ufficio Sicurezza. "La difficoltà maggiore -commenta Annamaria Medici, responsabile acquisti e formazione ortofrutta di Multicedi- e convincere i fornitori storici e quelli più piccoli ad abbracciare sostenibilità e innovazione. A partire dai prodotti con maggior contenuto di servizio, che sono quelli per i quali il consumatore è più disposto a pagare, e per i quali si aspetta innovazione".

Il consumatore ormai delega il retailer a garantire la sostenibilità dei prodotti. Non appena questi trasferisce ai consumatori i costi della sostenibilità, le performance del prodotto scendono. "Conad segue da anni numerosi parametri a tutela della sostenibilità -dichiara Alessandra Corsi, direttore marketing e offerta mdd di Conad- ma in particolare a fine 2024 è partito un nuovo progetto che vede nella mdd il bastione della sostenibilità dell'insegna, proprio in qualità di elemento distintivo di Conad. Abbiamo sviluppato un piano su una serie di Esg, in tutto 8, per i quali ci confronteremo con i produttori. Le priorità sono la decarbonizzazione e il tema della salute e benessere, che hanno l'impatto più rilevante sui consumi". La mdd Conad vale 6,3 miliardi di euro, pari a una Pmi. Quindi con i fornitori Conad ha fissato dei piani di medio periodo, trovando riscontri positivi, proprio perché è chiaro come sia utile andare subito oltre gli obblighi di legge, per prepararsi al futuro.

"La sostenibilità anche nell'ortofrutta non può prescindere da un sistema di governance -spiega Greta Bonsignore, direttrice comunicazione di Carrefour Italia-, a garanzia degli obiettivi, che siano imposti o volontari. Per i retailer è importante anche darsi obiettivi volontari, oltre la legge, perché c'è già un obbligo che riguarda la trasparenza della comunicazione, in vista del bilancio di sostenibilità". Carrefour è già società benefit, e ha abbracciato questo percorso perché la cultura della sostenibilità era già entro le proprie priorità, in una visione di continuità.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome