Quando abbiamo aperto la sezione #retailinprimalinea volevamo raccontare come la grande distribuzione italiana avesse assunto un ruolo anche sociale nell'emergenza Coronavirus in Italia. Ora ci troviamo a raccontare una storia che vede Decathlon in prima linea, non tanto per ciò che ha fatto nei suoi store o nei giusti inviti ai suoi clienti, quanto come produttore della maschera Easybreath, ideata per lo snorkeling, che se opportunamente modificata può diventare uno strumento utile all'interno degli ospedali come maschera di emergenza per respiratori nelle terapie subintensive.
La comunicazione ufficiale di Decathlon al lavoro con il Politecnico di Milano e dona 10.000 maschere
"Ci teniamo a ribadire, in qualità di ideatori e produttori oltre che distributori, che questa maschera è stata concepita per lo snorkeling e quindi raccomandiamo di non modificarla autonomamente, perché i flussi d'aria potrebbero essere alterati. Tuttavia, considerato il contesto senza precedenti che stiamo vivendo, il nostro team di ingegneri si è reso disponibile a collaborare con i centri di ricerca più accreditati che hanno come finalità validare l’adattabilità della maschera riducendo i rischi collaterali. Nella fattispecie stiamo collaborando, su richiesta della Regione Lombardia con il Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano, fornendo loro i disegni e le caratteristiche tecniche del nostro prodotto. Contiamo in questo modo di dare un contributo. È il momento di attivare la responsabilità individuale e la fiducia collettiva, in questo contesto difficile che l’umanità sta vivendo".
Come è nata la conversione della maschera Decathlon
Il tutto è nato da un ex primario di un ospedale che, a fronte della scarsità di maschere C-Pap per terapia subintensiva, si mette in contatto con Cristian Fracassi Ceo di Isinnova, un network di aziende della provincia di Brescia, che qualche giorno prima si era distinto per aver stampato in 3D alcuni raccordi per i respiratori polmonari divenuti introvabili, vista l'alta richiesta da parte degli ospedali.
Ma non si è fermati lì, in un post di Massimo Temporelli, le prime fasi che hanno portato al coinvolgimento di Decathlon.
Tecnologia e Creatività, secondo atto!Qualche giorno fa mi arriva questo messaggio strano nella chat che ho con...
Posted by Massimo Temporelli - Scienza e Tecnologia on Saturday, March 21, 2020
Ed è proprio la stampa 3D che permette di realizzare i due raccordi per collegare la maschera di Decathlon all'ossigeno negli ospedali, utile quindi per i pazienti in un pronto soccorso o in un reparto ospedaliero. Qui sotto la trasformazione in un video di Isinnova.
Le strutture sanitarie in difficoltà potranno acquistare la maschera Decathlon e accordarsi con stampatori 3d che realizzino il pezzo e possano fornirlo. "Chiariamo che la nostra iniziativa è totalmente priva di scopo di lucro -fanno sapere dalla società-, non percepiremo diritti sull’idea del raccordo o né sulla vendita delle maschere Decathlon". Isinnova dichiara di rilasciare i disegni, le logiche ed ogni altro diritto di proprietà intellettuale relativo al dispositivo “valvola Charlotte” a titolo gratuito a condizione che non sia utilizzato per fini commerciali.