Uniqlo presenta il nuovo store di Cordusio, Milano, Re.Uniqlo Studio. La novità del punto di vendita è che non si tratta unicamente di un negozio, ma di uno spazio dedicato alla circular economy per dare agli abiti del brand una nuova vita. Re.Uniqlo, infatti, punta ad aiutare i clienti a mantenere in vita il più possibile i proprio capi d’abbigliamento attraverso una serie di servizi pensati per le diverse esigenze e le diverse condizioni dei prodotti.
Re.Uniqlo Studio – Repair
In Re.Uniqlo Studio è presente una postazione sartoria che si occupa sia di modifiche agli abiti, sia di rammendi come la sostituzione dei bottoni o la riparazione di danni con prezzi che partono da 3euro. Recentemente abbiamo parlato del medesimo servizio offerto dal brand Patagonia, che tuttavia promette di rammentare i capi d’abbigliamento gratuitamente. Ovviamente, la differenza sta proprio nelle fasce di prezzo differenti, ove una giacca Patagonia costa al consumatore dalle 200euro in su contenendo gli eventuali costi di riparazione già a monte.
Re.Uniqlo Studio – Remake
In Re.Uniqlo Studio sarà presente un servizio già consolidato da Uniqlo: le modifiche ai capi d’abbigliamento (su prodotti selezionati). Ma oltre alle classiche personalizzazioni, Re.Uniqlo Studio offre un servizio che trasforma completamente i capi in nuovi articoli attraverso tecniche particolari come la cucitura Sashiko: una tradizione giapponese che incoraggia le persone a rammendare e abbellire gli abiti per dargli nuova vita. Per quanto riguarda questo servizio, non avverrà in loco, bensì in partnership con lo Studio Masachuka di Londra e con la piattaforma di refashion Must Had.
Punto interessante: per scoprire il servizio Uniqlo offre la prova gratuita il 29 e 30 novembre dalle 11 alle 18 su prenotazione sul sito ufficiale del brand.
Reuse and Recycle
Se gli abiti non sono più di gradimento o se non sono più utilizzabili perché troppo rovinati, l’ultima spiaggia è la donazione o il riciclo. I capi d’abbigliamento non più indossati vengono raccolti e donati alle comunità bisognose grazie alla collaborazione con l’Unhcr. Se tali prodotti non sono adatti a essere usati da chi ne ha necessità, allora verranno raccolti e diverranno materie prime o riciclati per nuovi capi di abbigliamento, per come fonti di energia.