Profumeria e sostenibilità nell’Osservatorio Non Food 2023 di GS1 Italy

Profumeria e sostenibilità GS1 Italy
Gli acquisti di profumeria non sono esenti dalla crescente attenzione alla sostenibilità che caratterizza gli italiani, come confermano i dati dell'Osservatorio Non Food 2023 di GS1 Italy

Gli acquisti di profumeria non sono esenti dalla crescente attenzione alla sostenibilità che caratterizza gli italiani, come confermano i dati dell'Osservatorio Non Food 2023 di GS1 Italy. Vediamo come, partendo da un inquadramento del mercato.

Nel 2022 il valore del mercato della profumeria era di 6,839 miliardi di euro e nell'ambito dei prodotti non food indagati dall'Osservatorio di GS1 Italy è tra i pochi settori che mostrano un andamento in crescita, sia rispetto all'anno precedente, +6,5%, sia sul lungo periodo, rispetto al 2018, +14,1%. Una crescita legata anche al trend salutista del prendersi cura di sé, che ha portato a superare i valori pre-pandemia.

Sono aumentate le vendite di categorie prima penalizzate, come rossetti, lucidalabbra, solari, correttori, fard, terre; sono calati i prodotti legati alla ripresa dei saloni di bellezza, come coloranti e spume colorate.

Il canale di acquisto preferenziale è quello delle grandi superfici non specializzate, ovvero grandi magazzini e drugstore, con una quota del 31,6% del mercato. Quasi a pari merito nelle preferenze dei consumatori ci sono i negozi specializzati, le profumerie: 31,4%. Quest'ultimo era il canale primario pre Covid e sta finalmente recuperando terreno, è cresciuto del +18,3%. Hanno quote minori ma comunque significative farmacie e parafarmacie (18,6%) e la gdo alimentare (8,5%). L'inflazione invece ha premiato i canali che hanno puntato sul prezzo, come l'eCommerce, +15,4% nella profumeria.

Profumeria e sostenibilità dall'Osservatorio Non Food di GS1 Italy

Chi acquista prodotti di profumeria sembra dare valutazioni molto simili ai diversi canali presso i quali si serve, in merito alla valutazione del loro grado di attenzione alla sostenibilità.

In una scala da 1 a 10:

6,9 Negozio indipendente specializzato di piccole o medie dimensioni
6,8 Grandi magazzini non specializzati con assortimento ampio e vario
6,7 Ipermercato, supermercato, superstore
6,7 Grande punto di vendita specializzato con ampio assortimento sulla categoria, generalmente in catena.

Quali aspetti, invece, il cliente ritiene siano legati alla sostenibilità di un prodotto di profumeria e cosmesi? I temi che emergono sono quelli produttivi e legati allo smaltimento, meno rilevanti risultano essere quelli legati alla filiera, compreso l'aspetto dei lavoratori, fatta eccezione per la logistica.

7,8 Naturalità delle materie prime utilizzate nel processo di produzione
7,7
Processo di produzione e distribuzione (logistica) con ridotto consumo di risorse naturali e di emissioni
7,7 Modalità di smaltimento del prodotto: come e dove smaltire il prodotto
7,6 Utilizzo di energia "verde" ovvero da fonti rinnovabili nel processo di produzione e vendita
7,5 Possibilità di riciclo/riuso del prodotto o di suoi componenti
7,5 Indicazione del Paese di produzione
7,5 Certificazione di trattamento equo ed etico dei lavoratori che lo hanno prodotto
7,4 Tracciabilità di tutte le fasi di produzione
7,4 Efficienza energetica ovvero il livello di consumo energetico del prodotto
7,2 Produzione locale o non troppo distante dal proprio punto d'acquisto

L'impegno per la sostenibilità è tale da favorire una spesa superiore per un prodotto ecologico? Gs1 Italy ha provato a verificare con un prodotto classico, una crema viso o corpo dal prezzo standard di 20 euro. Oltre un terzo dei rispondenti, 35,5%, ha dichiarato di non essere disponibile a spendere nulla di più del prezzo base, per un prodotto più sostenibile. I due terzi rimanenti invece sono propensi a spendere per la sostenibilità, ecco in quale misura:

18,5% spenderebbe fino a 21 euro
16,3% spenderebbe fino a 22 euro
18,1% spenderebbe fino a 24 euro
5,7% spenderebbe fino a 26 euro
3,7% spenderebbe fino a 28 euro
2,2% spenderebbe anche oltre 28 euro

Probabilmente, chi di solito acquista prodotti premium è più incline a considerare l'aspetto della sostenibilità tra le caratteristiche di un prodotto di qualità, e dunque a spendere di più per acquistarlo.

Informarsi prima di acquistare

Se queste sono le valutazioni, vediamo quali informazioni il consumatore vorrebbe avere prima di acquistare, per avere più garanzie sulla sostenibilità:

42,5% Processo di produzione e distribuzione (logistica) con ridotto consumo di risorse naturali e di emissioni
38,6%
 Naturalità delle materie prime utilizzate nel processo di produzione
35,2% Modalità di smaltimento del prodotto: come e dove smaltire il prodotto
33% Possibilità di riciclo/riuso del prodotto o di suoi componenti
27,1% Certificazione di trattamento equo ed etico dei lavoratori che lo hanno prodotto
25,1% Indicazione del Paese di produzione
23,8% Utilizzo di energia "verde" ovvero da fonti rinnovabili nel processo di produzione e vendita
15,4% Produzione locale o non troppo distante dal proprio punto d'acquisto
15% Efficienza energetica ovvero il livello di consumo energetico del prodotto
14,7% Tracciabilità di tutte le fasi di produzione
2,6% Nessuna di queste

I primi tre aspetti già citati nella valutazione sulla sostenibilità rimangono gli stessi, ma cambia la percezione di elementi come il riciclo, sempre più importante, il rispetto del lavoro e l'indicazione del paese di produzione. In coda il tema dell'energia verde e dell'efficienza energetica.

I canali d'informazione in ordine di preferenza sono quello digitale, con QR code o link al sito del produttore, quello cartaceo con materiale presso il punto di vendita, a pari merito con l'etichetta del prodotto. Confrontando le risposte date per la profumeria con la media del non food, emerge la prevalenza del canale digitale nelle informazioni pre acquisto, confermata nella profumeria.

Non a caso, alla richiesta di interesse a scaricare una app dove trovare le informazioni di sostenibilità del prodotto, chi acquista profumeria è molto positivo:

28,8% Sicuramente sì
43,4% Probabilmente sì

6,6% Probabilmente no
5,7% Sicuramente no
15,6% Non so

Rispetto a coloro che non sono propensi, le motivazioni prevalenti sono le troppe app sul cellulare (45,4%), il disinteresse al tema sostenibilità (27%), la dichiarata incapacità di valutare l'attendibilità delle informazioni (23%), l'incapacità di usare la app (8,6%). A parte l'indicazione chiara che una app per ogni servizio è un modello che non può funzionare, a meno di ridurre significativamente il loro numero, a colpire è il dato sul disinteresse verso la sostenibilità. Il 27% delle risposte. Da un lato, avere un 73% di persone interessate è un dato molto elevato. Dall'altro, chi non segue questo trend probabilmente ha priorità diverse, che andrebbero prese in considerazione, se si vuole parlare di sostenibilità.

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OSSERVATORIO NON FOOD DI GS1 ITALY
Dal 2003 l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy offre annualmente uno sguardo trasversale del mondo non alimentare, analizzando consumi, canali di vendita, tendenze, consumatore tipo, tra innovazioni tecnologiche e trasformazioni del mercato, di 13 comparti: abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi, prodotti di automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli.

NOTA METODOLOGICA
Nell’edizione 2023 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy è stata realizzata una ricerca che ha coinvolto 1.001 consumatori per monitorare la loro percezione e l'importanza che attribuiscono al tema della sostenibilità: è stata condotta per GS1 Italy da Metrica Ricerche (gruppo TradeLab), con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing), su un campione di cittadini di età compresa tra 18 e 80 anni durante la quarta settimana del mese di maggio 2023.

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