Il piano di sviluppo di PokeScuse punta a chiudere il 2021 con 10 milioni di euro e a 150 negozi sul territorio nazionale tra punti diretti e affiliazione

PokeScuse cresce e punta a 30 nuove aperture in tutta Italia con assunzione di 70 risorse entro fine 2021: tra le figure ricercate, banconieri, aiuto cuoco, capi area e formatori. PokeScuse è un ristorante di poké nato dall’intuizione di due giovani imprenditori padovani, Christopher Clementi e Nicolò Zuanon, rispettivamente di 24 e 25 anni, che nel 2018 hanno scelto il poké come unico piatto del loro ristorante. Il piano di sviluppo punta a chiudere il 2021 con 10 milioni di euro per arrivare a 150 negozi sul territorio nazionale tra punti diretti e affiliazione.

PokeScuse è un format salutistico e versatile, che veste piatti semplici e sani con abiti alla moda. I menù sono componibili e si adattano alle esigenze di tutti i clienti. Completa il progetto AfterScuse, una caffetteria completa, shakes e colazioni light alla portata di tutti, sempre attenti alla qualità: il primo di una serie di corner che, superata la fase di test, sarà inserito all’interno di tutti i ristoranti della catena.

"Il primo locale di PokeScuse -racconta Nicolò Zuanon- ha aperto in un localino di 20 mq in piazza Mazzini a Jesolo, dove riuscivamo solo a fare consegne d’asporto, e questo ha fatto tutta la differenza".

"Il motivo principale che ci ha spinti ad aprire un’attività di ristorazione -aggiunge Christopher Clementi- nasce da un’esperienza lavorativa stagionale a Jesolo nel 2018 che io e Nicolò abbiamo svolto insieme. Lì ci siamo accorti, provando in prima persona, che mancava un’offerta di cibo fast che fosse però anche salutistica, e quindi, stanchi delle solite pizze al taglio o dei panini al volo, ci siamo buttati nel mondo del poké consapevoli che avremmo risposto a un’esigenza locale".

In soli otto mesi l’attività è cresciuta talmente da rendere necessarie 19 aperture in tutta Italia: non solo piccolissimi corner solo per l’asporto come in origine, ma anche ristoranti più grandi dove fermarsi a pranzo e a cena, come nel caso di Jesolo, Udine e Busto Arsizio (Va), ma sempre con un massimo 20 posti a sedere, per mantenere la loro anima delivery e gestire più facilmente i locali.

Versatilità del prodotto, capacità di gestione, digitalizzazione dei processi di vendita e produzione hanno rappresentato fattori trainanti nella storia di questa giovane catena, ai quali va aggiunto l’ingresso in società del brand manager Alfredo Mancin.

 

 

 

 

 

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