Pizzoli: gli oli di frittura diventano biocarburante grazie a Hera

Gli oli di frittura del leader delle patate, si trasformano in biocarburante idrogenato, alimentando un percorso circolare che favorisce la decarbonizzazione dei trasporti. Dal 2022 ad oggi evitata l’emissione di 862 tonnellate di CO2

Una forte attenzione alla sostenibilità

Sostenibili per natura: non è lo slogan di una campagna pubblicitaria, ma l’attitudine di un’azienda che nella terra e nei suoi delicatissimi equilibri affonda (letteralmente) il proprio business. Si tratta di Pizzoli, leader italiano delle patate (surgelate e fresche), con 300 mila tonnellate di tuberi lavorati ogni anno negli stabilimenti di Budrio e San Pietro in Casale, in provincia di Bologna. La stretta relazione con 160 aziende agricole in 13 regioni italiane, di cui sono al tempo clienti per l’acquisto di patate e fornitori per la vendita di patate da seme, ha sviluppato in Pizzoli una forte attenzione alla sostenibilità, che si traduce non solo nell’adozione di pratiche agronomiche naturali o a basso impatto, nel risparmio idrico e nella biodigestione degli scarti (da cui energia elettrica rinnovabile), ma anche nel dare una seconda vita all’olio vegetale di scarto.

Il recupero degli oli vegetali esausti con Hera

Nasce proprio da questo la collaborazione con il Gruppo Hera, grazie alla quale i circa 400 litri di olio di girasole utilizzati ogni giorno per la prefrittura delle patate poi surgelate, vengono raccolti, lavorati e trasformati in biocarburante idrogenato distribuito dalle stazioni di rifornimento Eni. Un modo intelligente di alimentare l’economia circolare, favorendo la transizione energetica nei trasporti e conseguentemente abbattendo le emissioni di CO2.

Il processo di recupero e i risultati

La collaborazione fra Pizzoli ed Hera prevede la raccolta separata degli oli esausti al termine del processo di frittura e il loro stoccaggio temporaneo in azienda. Hera ne cura poi raccolta, pretrattamento secondo rigidi standard qualitativi, fino al trasporto presso la bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, dove grazie alla partnership fra Hera e il colosso energetico, vengono trasformati in biocarburante idrogenato. L’impatto sull’ambiente della partnership, avviata nel 2022, ha portato risultati concreti: oltre 300 mila tonnellate di oli raccolti e trasformati in biocarburante, con 862 tonnellate di CO2 un contributo pari a ben 8.600 alberi piantati.

Recupero oli: ogni passo tracciato e certificato

Il supporto di Hera prevede che l’intero processo è completamente tracciato e certificato da un ente terzo, secondo gli standard di sostenibilità nazionali ed europei per i biocombustibili. In questo modo Pizzoli può conoscere con precisione e trasparenza il contributo ambientale del progetto, valorizzandolo anche nella propria reportistica di sostenibilità, che dallo scorso anno vede la pubblicazione del Bilancio di Sostenibilità.

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