Per contrastare la diminuizione delle anguille si cerca di farle nascere in cattività

"La diminuzione dello stock non è un fenomeno nuovo, ma -secondo Han Walder del Dutch Fish Product Board- ultimamente si è accentuato e sta mettendo a rischio il lavoro di 500 pescatori specializzati nella pesca delle anguille, che svolgono la loro attività nel lago d'acqua dolce di Ijsselmeer, cioè il lago che è nato in seguito alla costruzione della diga nel 1932. Pur impegnandosi da subito ci vorranno quindici o venti anni per ricostruire lo stock di 40-50 anni fa".

Cause individuate
Essenzialmente sono quattro. La prima è attribuibile ai lavori costieri interni e esterni che hanno modificato l'habitat naturale. La seconda è da cercarsi nell'aumento delle stazioni idroelettriche che proprio perché rappresentano per il pesce un possibile passaggio dalle acque esterne a quelle interne, ne causano in buona parte la morte per via delle ventole. Poi c'è da considerare l'immancabile inquinamento chimico e infine l'aumento della popolazione locale di cormorani: circa 100mila uccelli che mangiano ciascuno mezzo chilo di anguille al giorno. 

Possibili soluzioni
Posto che l'obiettivo sia quello di far aumentare lo stock di anguille cieche (in inglese: glass eel), ovvero le anguille che arrivano dai Sargassi dopo tre anni di viaggio, le modalità per ottenerlo riguardano certamente il miglioramento dell'habitat. In aggiunta si propongono due soluzioni: acquistare sul mercato anguille cieche da introdurre in loco, oppure scoprire il modo di far riprodurre localmente le anguille, senza dover far capo al Mar dei Sargassi. A causa dell'interesse crescente in Estremo Oriente verso l'anguilla, il prezzo delle glass eel è passato, in vent'anni, dai 20 ai 1.000 euro/kg, rendendo impraticabile questa soluzione. Non basta, proprio Cina e Giappone di recente hanno incrementato gli sforzi in questa direzione, arrivando a far lavorare al progetto della riproduzione in cattività, decine e decine di ricercatori. Tuttavia, nonostante tutti questi sforzi, anche europei, rimane il mistero dell'uovo che, una volta inseminato, dopo 48 ore cessa di vivere.

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