Oggi gli SmartPOS basati su Android, consentono una flessibilità e delle performance tali, da renderne il Tco inferiore rispetto ad un terminale classico. Il fenomeno Covid-19 sta rappresentando un caso di studio anche da questo punto di vista, soprattutto per PAX Italia, principale fornitore di Pos per il mercato italiano e mondiale.
Pax nasce nel 2013 come player per dispositivi di pagamento Pos e ha iniziato lo sviluppo del mercato da settore banking, con device particolarmente evoluti in termini di hardware e software. I passaggi più importanti avvengono nel 2015 con l’acquisizione da parte di Pax Technology Cina e nel 2017 con l’introduzione sul mercato dei Pos basati su Android. Per quanto riguarda questa tipologia di prodotto, oggi l’azienda dichiara di essere leader di mercato. Gdoweek ha incontrato Andrea Zucchiatti, co-founder e vice presidente di Pax Italia Srl.
Qual è il ruolo di Pax Italia nel mercato dei Pos?
Abbiamo una gamma prodotti che è la più ampia sul mercato e una capacità di sviluppo software importante grazie a una software house presente sul territorio italiano.
Dal 2019 siamo diventati leader di mercato in Italia sia per Pos classici, sia per gli SmartPOS basati su Android. Oggi in alcuni ambiti applicativi come il banking, abbiamo il maggiore parco installato e complessivamente abbiamo superato le 500.000 unità installate nel nostro Paese. Questa dinamica è più o meno globale ma in Italia ha una spiccata dimensione.
Come state affrontando la continuità operativa in tempi di Covid-19?
Abbiamo applicato lo smart working dall’ultima settimana di febbraio, anticipando i tempi medi. La nostra organizzazione ha reso l’area ricerca e sviluppo pienamente attiva in modo virtualizzato, fuori dal perimetro fisico dell’azienda. In seguito ad un fisiologico calo delle attività di routine, PAX Italia e i propri clienti si sono spostati sui progetti che stanno sviluppando senza sosta. In epoca Covid, la parte di business development ha incrementato le attività così come la ricerca e sviluppo. Gli interventi di assistenza sono calati dal secondo mese di lockdown.
Il mercato, che tipo di input ha evidenziato a causa del Covid-19?
Sicuramente si è amplificata l’esigenza di poter effettuare le transazioni senza inserimento del Pin. in questo modo si garantisce la massima sicurezza grazie all’assenza di contatto tra cliente e device. Occorre dire che la rete di accettazione basata sia su terminali classic, sia Android è già contactless grazie all’Nfc. Questo significa che chi ha una carta completamente “tokenizzata” sullo smartphone, paga senza contatto in totale sicurezza.
Se per il consumatore il contactless risponde alle esigenze di sicurezza di tipo Covid, l’esercente su cosa può puntare?
Evidentemente un device touch è molto più semplice da pulire di uno standard con tasti fisici di tipo meccanico. Non si tratta di una problematica di banale soluzione in quanto i device hanno dei requisiti di trattamento circa la pulizia, ma non è detto che questi comprendano gli standard indicati dagli scienziati per proteggersi dal Covid. Utilizzare un disinfettante a base alcolica direttamente su un pos in plastica, può anche comprometterlo.
Come avete proceduto per dare indicazioni che risolvano le problematiche Covid e siano compatibili con i Pos?
La soluzione l’abbiamo sicuramente trovata con i terminali Android. Su questi device, abbiamo potuto effettuare un’attività push di contenuti che spiegano come gestire la pulizia del terminale, in modo da avere certezza di sanificazione ma senza compromettere lo stesso. In altre parole gli SmartPOS ci offrono al possibilità di inviare applicazioni di assistenza o contenuti immediatamente fruibili quali filmati o istruzioni elettroniche. È inoltre possibile personalizzare i “caroselli” multimediali degli SmartPOS per informare direttamente i nostri clienti.
Quali gli altri vantaggi dei SmartPOS Android?
Tra i tanti la possibilità di fare assistenza da remoto in modo molto efficace. Per esempio, i nostri modelli dispongono di un software denominato AirViewer in grado di consentirci di prendere il controllo remoto del device, previo consenso del cliente, e risolvere la maggior parte della problematiche evitando l’uscita di un addetto.