Packaging e sostenibilità alla prova del presente, la tavola rotonda Tetra Pak a Marca 2022

Packaging e sostenibilità Marca 2022
Packaging e sostenibilità Marca 2022
Dall'analisi dello scenario economico, il ruolo del binomio packaging e sostenibilità nella strategia delle aziende del largo consumo

La crisi delle materie prime, l'aumento dei costi energetici, l'inflazione post pandemia, una serie di problemi che se da una parte creano incertezza e preoccupazione, dall'altra spingono le imprese a ottimizzare i processi produttivi, a proprio vantaggio ma anche a vantaggio dell'ambiente. La scoperta soprattutto delle aziende più grandi e multinazionali è che fare sostenibilità porta beneficio, e che sempre più conta il binomio packaging e sostenibilità in un'ottica di Lca.

Packaging e sostenibilità contro l'incertezza del presente

Packaging e sostenibilità Marca 2022 - 2Il binomio packaging e sostenibilità permette di ridurre i costi di trasporto e le spese di acquisto per carta e plastica, due materiali molto diffusi negli imballaggi. In generale, applicarsi e studiare il life cycle assessment di un prodotto (Lca) permette di capire su quali aspetti concentrarsi per migliorare, e anche di avere un termine di confronto ormai standardizzato e certificato a livello globale. Parte con questa considerazione di Barbara Del Curto, docente Politecnico di Milano, la tavola rotonda Tetra Pak "Il packaging nella contemporaneità dei cambiamenti - sicurezza alimentare e sostenibilità per rispondere alle nuove esigenze del consumatore" moderata da Cristina Lazzati, direttrice di Mark Up e Gdoweek. "La sostenibilità per le aziende rappresenta un'opportunità di crescita -afferma Barbara Del Curto- le obbliga a mettersi in discussione e guardare ai problemi in maniera diversa, in un'ottica di design for recycling. Il futuro è la completezza della sostenibilità, cioè con attenzione anche al sociale, oltre che all'ambiente e all'economia". Il food waste impatta più del packaging, bisogna pensare anche a questo aspetto. E a comunicare correttamente le informazioni al consumatore, che è pronto a riciclare ma deve sapere come fare.

Il quadro economico tra passato e presente

Lo scenario economico secondo Carlo Cottarelli e Massimiliano Valerii, direttore generale Censis, va inserito in una visione più ampia, oltre i due anni di pandemia e il recente conflitto. Cottarelli sottolinea come il problema delle materie prime, costi e difficoltà di reperimento, fosse anteriore al 24 febbraio quando la Russia è entrata in Ucraina, e fosse legato alla grande crescita economica mondiale post pandemia. A questo dato positivo si è sommata la paura innescata dalla guerra e le conseguenti operazioni speculative. Il gas ad oggi è tornato al prezzo precedente la guerra, ma i cereali non ancora, ci sarà una recessione? Il Def del Governo indica una lieve crescita, il 3%, che Cottarelli considera una stima realistica, ma anche uno scenario estremo con estensione del conflitto e taglio immediato delle forniture di gas dalla Russia, che ci manderebbe in recessione.

La "nuova era della ridondanza" auspicata da Massimo Valerii non è un invito allo spreco, ma a favorire l'indispensabile crescita della domanda interna, il vero freno allo sviluppo dell'economia italiana. "Veniamo da un lungo periodo -commenta Valerii- in cui la parola d'ordine per le aziende era 'competitività', per essere più efficienti e presidiare i mercati globali. In pratica è stata tradotta nella riduzione dei costi di produzione e nel freno alla spesa pubblica, agli investimenti e alla crescita dei salari. Il risultato è stato il grande successo delle esportazioni ma anche la depressione della  domanda interna". A fine pandemia i consumi non avevano ancora recuperato i livelli antecedenti la crisi del 22008, eravamo sotto del -1,4% rispetto al 2007. la pandemia ha portato una recessione con -9 punti di Pil e un rimbalzo nel  2021 del +6,6% di pill, ma con un contributo della domanda  interna pari al +4,1% e una crescita bassa, del 2,4% con l'Europa che viaggia al +16%. "Sotto di noi solo la Grecia, commissariata -aggiunge Valerii- Non avremo crescita duratura, strutturale e robusta se non ripartiranno i consumi interni che incidono sul Pil per il 60%". Il Def fa previsioni fino al 2025 e la crescita dell'Italia è sempre più bassa, in 4 anni torneremo al "deprimente" standard dello "zero virgola": perché i consumi interni sono affidati allo spontaneismo, con le famiglie attanagliate dall'incertezza che risparmiano ma non investono. "La chiave è riscrivere il patto di stabilità, in tutta Europa, perché non c'è solo il debito da ridurre, ma anche il Pil da far aumentare, sono i due fattori dell'equazione. Per recuperare anche nei confronti dei consumi interni il quid dell'italianità: il popolo italiano non sarebbe un popolo frugale".

Cottarelli mette l'accento anche sulla bassa produttività, che dal 2009 al 2019 non è cresciuta, e concorda sulla necessità di far partire i consumi, partendo però dalla ripartenza degli investimenti. "L'impianto base del Pnrr va nella giusta direzione -dice Cottarelli- anche se l'80% delle risorse va sulle infrastrutture, mentre a mio parere sarebbe necessario orientare maggiori investimenti sull'istruzione". Le due trappole riguardano l'implementazione, difficoltosa per la troppa carne al fuoco, e la rapidità con cui è stato prodotto che ha impedito all'opinione pubblica di esprimersi in proposito.

3 rischi da neutralizzare

Valerii evidenzia tre rischi potenziali che possono sabotare la sostenibilità: l'equivalenza, fallace, tra sostenibilità e decrescita; non impegnarsi sul fronte della sostenibilità ambientale nell'ansia di recuperare fatturato dopo la recessione del 2020; vivere la sostenibilità come svantaggio competitivo verso imprenditori esteri che ancora non hanno questa sensibilità. Il quarto aspetto riguarda non solo le aziende ma tutti: l'idea che fare sostenibilità aumenti i costi e quindi anche l'inflazione. La soluzione è una sostenibilità inclusiva. "Occorre trovare il giusto trade off tra sostenibilità ambientale e sociale -dice Valerii-. Il quadro regolatorio è importante, ma la ricerca è fondamentale" e con essa la collaborazione tra Università e industria, e il sostegno all'istruzione e alla ricerca.

La filiera alimentare e il ruolo del packaging

Nei mesi della pandemia la filiera alimentare ha reagito con grade professionalità risolvendo criticità non indifferenti, anche grazie alla tecnologia espressa nel packaging dei prodotti, cui si deve molto in termini di sicurezza alimentare e reputazione delle imprese (sia retail che industriali). "L'obiettivo a lungo termine -spiega Paolo Maggi, presidente Tetra Pak South Europa- consiste nell'investire nel packaging sostenibile a supporto delle problematiche ambientali, ma anche come ricetta contro il rincaro delle materie prime e l'inflazione". Investimenti che Tetra Pak sostiene da tempi non sospetti, con un white paper sul tema pubblicato già nel 1999, sviluppando confezionatrici che impiegano poca energia per funzionare, packaging riciclabili per prodotti studiati per un'economia circolare, stabilimenti alimentati al 100% con energie rinnovabili, informazioni trasparenti per i consumatori sul pack. Proprio a Marca Tetra Pak ha portato Tetra Recart, confezione a base di carta adatta a prodotti a base di pomodoro, sughi, legumi, zuppe e pet food. È composta principalmente da materie prime rinnovabili (fibre di cellulosa certificate Fcs) e risorse da fonti controllate per ridurre le emissioni di Co2 dell'83% (vs lattina in banda stagnata standard easy opening, fonte: Ifeu 2020, Italy, Food Category). e il fabbisogno di materiali. Inoltre, è adatto all'eCommerce ed è completamente stampabile, leggero e schiacciato per il riciclo occupa poco spazio. Una risposta concreta al connubio tra packaging e sostenibilità.

"Il cittadino può essere aiutato dall'industria alimentare, ma tutti gli attori della filiera vanno educati a una sostenibilità a tutto tondo".

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