Penny Italia prosegue nello sviluppo rete con 16 acquisizioni

Nicola_Pierdomenico penny italia
L’operazione di Penny Italia è stata avviata nell’ultima parte del 2022 e l’ultimo passaggio è stato formalizzato lo scorso venerdì 19 maggio

Penny Italia acquisisce 16 nuovi punti di vendita, 15 provenienti dal Gruppo Faranda con le insegne Tuodì e Fresco Market, e uno da un franchising di Pam. Il retailer manterrà l’intero organico, a cui ha già aggiunto ulteriori 40 assunzioni. Nello specifico 13 store saranno nella Capitale, mentre gli altri tre tra Frosinone, Ispra e Riccione. L’operazione è stata avviata nell’ultima parte del 2022 e l’ultimo passaggio è stato formalizzato lo scorso venerdì 19 maggio, relativamente ai negozi di Roma ubicati in via L’Aquila e via Gargano. L’azienda conferma anche che l’antitrust ha dato via libera ufficiale per tutta l’operazione e che l’apertura prevista è per il prossimo 8 giugno

Gli investimenti di Penny Italia

Continua, quindi, l’espansione di Penny Italia in tutta la penisola. Gli investimenti, nello specifico, sono ingenti con uno stanziamento di oltre 70 milioni di euro per il 2023, di cui circa 20 dedicati allo sviluppo organico della rete: “In previsione ci sono 39 aperture programmate per il 2023, al netto di nuove eventuali acquisizioni, e molto probabili, operazioni di M&A che siano nel rispetto del nostro Dna”, afferma Nicola Pierdomenico, Ceo e Presidente di Penny Italia. Inoltre, 80 store verranno modernizzati continuando il processo di aggiunta dei reparti serviti iniziato da tempo.

“Confermiamo il trend degli ultimi tre anni, con una crescita a doppia cifra, perfettamente in linea con le strategie di business e gli obiettivi di sviluppo programmati -prosegue Pierdomenico-. Tra nuove aperture e operazioni di M&A prevediamo anche un sensibile incremento dei livelli occupazionali e il sostegno alla produzione enogastronomica italiana”.

Espansione su tutto il territorio

L’espansione è prevista in tutte le regioni d’Italia, a esclusione di Sardegna e Valle d’Aosta che il retailer non presidia: “A oggi siamo presenti in 18 regioni italiane e in ciascuna di esse il minimo comune denominatore è l’approccio etico nei confronti del business e delle nostre persone, dei clienti, dei fornitori e delle comunità cui i nostri punti vendita fanno riferimento, ad esempio attraverso interventi significativi di efficientamento energetico e riqualificazione del territorio circostante, ma anche con attente attività di responsabilità sociale”, conclude Nicola Pierdomenico.

 

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