Nella società dei consumi, è evidente come la spazzatura prodotta sia direttamente proporzionale agli acquisti effettuati dai cittadini-consumatori. Questo non tanto, o non solo, per via dei nuovi stili di consumo alimentari -basti pensare alla penetrazione raggiunta da prodotti servizio pressoché inesistenti sino a una decina d'anni fa quali piatti pronti e ortofrutta di quarta e quinta gamma- quanto per il breve ciclo di vita che caratterizza tutta una serie di articoli (vedi telefonia mobile, elettronica, piccoli elettrodomestici ecc) ad elevato tasso di sostituzione, vuoi per moda vuoi perché, quando si guastano, “costa meno sostituirli che ripararli”.
Un terzo dei rifiuti è pack
In termini di peso -ma la quota sarebbe parecchio superiore se si riuscisse a fare la stessa stima in termini di volumi- si calcola che nel complesso gli imballaggi incidano per oltre il 23% sul totale rifiuti urbani -pari a 33 milioni di tonnellate-, quota che sale al di sopra del 33% qualora se ne consideri l'incidenza sulla sola frazione secca, pari al 70% del totale (stime Conai-Consorzi su dati relativi al 2007). e, plastica.
Consumatori poco consapevoli
Un problema di cui i consumatori italiani forse non sono del tutto consci, infatti alla domanda “quali sono le fonti di inquinamento che ritiene più preoccupanti”, infatti, l'eccessivo uso di imballaggi si posiziona soltanto all'ottavo posto (16%), mentre la voce rifiuti solidi urbani (40%) guadagna la terza posizione dietro al traffico (al primo posto con il 68%) e alle emissioni delle industrie (67%).
Informare per rassicurare
Proprio questa è la sfida che si trova a dover raccogliere il mondo della ricerca -pubblica e privata- impegnata sul fronte dello sviluppo di nuovi materiali e nuove applicazioni eco-friendly. Un new business che promette nuova linfa al settore dei produttori di imballaggi, che a livello mondiale vale circa 500 miliardi di dollari, di cui l'Italia, con un fatturato di circa 31 miliardi di dollari (pari a circa 24 miliardi di euro) rappresenta il 6%, quota che la colloca tra i dieci Paesi maggiori produttori di packaging, al terzo posto in Europa alle spalle di Germania e Francia.
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Allegati
- Meno packaging, meno rifiuti. Una scelta sostenibile
- Cover story | Gdoweek 475 | 30 marzo 2009 |