Marketing & Retail Summit 2023: prospettive di Esselunga, Carrefour, Crai

Il consumatore attuale ha ridotto i volumi di acquisto di acquisto nel food & grocey, aumentato i consumi fuori casa ma in larga misura rinunciato alle vacanze. La distribuzione chiamata a cogliere i trend per dare risposte adeguate

Uno dei temi portanti dei lavori pomeridiani del Marketing & Retail Summit 2023 è l'assortimento da proporre ai tempi attuali. Affrontato dai tutti gli attori di mercato intervenuti ha generato spunti importanti, alcuni comuni, altri specifici e originali.

Ma prima di approfondire i diversi interventi, nel link qui sotto trovate quelli della sessione mattutina.

Marketing & Retail Summit 2023: prospettive gdo da Aldi a Conad

L'assortimento come frontiera evolutiva

Per Esselunga l’assortimento è un’arte complessa. Eugenio Neri, direttore commerciale di Esselunga ha evidenziato come oggi, saper assortire correttamente un punto di vendita, sia un'operazione complessa ma essenziale per continuare a stare sul mercato in modo profittevole. "Un super store Esselunga conta 25.000 referenze, l’eCommerce arriva a 18.000 mentre il format laEsse solo 5.000 referenze. Numeri importanti, forse eccessivi ma difficilmente riducibili in quanto vi sono interessi interlacciati. Ma a tendere, l’assortimento deve essere calibrato su bacini di utenza diversificati anche perché la percezione dell’assortimento da parte del cliente, spesso non è corrispondente alla dimensione dell’offering stesso." ha affermato Neri. Anche i reparti stanno dirigendosi verso una trasformazione in modo che l’offerta sia percepita secondo uno schema strategico definito dall’azienda. Un altro punto è la ricerca di equilibrio tra marca privata e grandi marche. Dall’industria è attesa innovazione utile. Infine l'utilizzo dei dati. Eugenio Neri esprime una situazione che deve far riflettere: Esselunga dispone di una quantità enorme di dati ma poche informazioni.

Un patto di qualità con la filiera agroalimentare

Un altro "tavolo di lavoro" della distribuzione è il rapporto con l'industria in un'accezione più ampia della mera negoziazione, che si proietti nella dimensione complessiva dei rapporti di filiera. Questo il tema affrontato da Christophe Rabatel, Ceo Carrefour che ha descritto le attuali strategie del reail francese. Strategie totalmente sintonia con la transizione alimentare messa in atto da ormai 6 anni. Un percorso che impatta sul prossimo piano strategico che vuole raggiungere 8 mld di euro di prodotti biologici e certificati venduti entro il 2026. E per raggiungere questo risultato è necessario un'impegno congiunto con tutti i fornitori italiani che per Rabatel sono di grandissima qualità. Afferma Rabael: "Carrefour ha costruito con il sistema produttivo italiano una filiera importante, che ci permette anche di esportare. Il lavoro che svolgiamo sul territorio con le aziende italiane è sostenuto dal nostro impegno che punta a sostenibilità, benessere animale e allevamento senza antibiotici. E i produttori locali sono eccellenti. Il nostro obiettivo è vendere prodotti sempre migliori a un prezzo equo". Primi prezzi e cibo di qualità tra i diversi fronti di sviluppo di Carrefour.

Saldi sul territorio

I retailer della distribuzione organizzata, costituita da piccoli e medi attori, con tanti imprenditori in franchising e associati, sono un presidio territoriale con valenze anche sociali. Per Giangiacomo Ibba, amministratore delegato CRAI Secom, il futuro si disegna partendo dalle radici "L’esperienza maturata sul campo ha dimostrato che il puntare sul modello di punto di vendita si è rivelato vincente oltre alle dinamiche negoziali". E di questo occorre tenere conto anche in futuro in cui l'intelligenza artificiale avrà un ruolo importante così come la tecnologia. Per Ibba occorre mantenere ben saldo il legame con il territorio.

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