Ha ragione l’Ad di Conad, Francesco Pugliese: la nuova normativa che riguarda le etichette pur tutelando il consumatore in mille modi, cade sulla non obbligatorietà dell’indicazione del sito produttivo, sostituito invece dalla sede legale. Facciamo un esempio: se apro l’ufficio a Parma e produco del simil Parmigiano in Ucraina, l’indirizzo sull’etichetta del mio prodotto sarà Parma. Ed è così che il già tartassato agroalimentare italiano perde uno dei suoi a tout. Contro questa revisione si sono schierati i 5 Stelle. Il Mipaaf e il Ministro Martina promettono che rivedranno la cosa; poco o nulla dagli altri. Silenzio assoluto dal governo. Era una legge solo italiana, che avrebbe dovuto diventare europea e invece è successo il contrario. Le aziende che tengono duro, che continuano a produrre in Italia, malgrado costi più alti e maggiore burocrazia vedono l’arma del made in Italy spuntata, chi vuole investire nell’azienda Italia comprando italiano, non avrà più sicurezze. E, ancora una volta, il settore ne esce mortificato.
Le lobbies della grande distribuzione internazionale e delle multinazionali giocano duro.
Dopo Francesco Pugliese ….chi altri alza la voce?