Alimentazione sana e attenta come base del reshaping valoriale, delivery, ricerca di prodotti freschi, materie prime di qualità e a Km0 e di una ristorazione di prossimità. Il tutto, unito a microfocus su risparmio, innovazione e sostenibilità. Queste, oggi, le dinamiche che legano al cibo i consumatori del post pandemia. Un quadro particolare e complesso, che apre a una grande sfida per il mondo della ristorazione: offrire la migliore esperienza possibile sia in casa che al ristorante. Esserci, insomma. Ed esserci tenendo alta l’identità del brand e mantenendo, sui vari livelli, una promessa di qualità. Una sfida che va affrontata sin da ora attraverso una personalizzazione dell’offerta, l’attenzione all’evoluzione della domanda insieme ad innovazioni che vanno ad adattare le proposte ai cambiamenti dei consumatori e ai loro desideri di crescita personale.
Il modello strategico del mondo della ristorazione va oggi pensato in divenire ed è qui che possono nascere nuove commistioni, anche tenendo conto del perdurare del trend del delivery dove la sperimentazione può già prendere il via attraverso formati innovativi come le ghost kitchen che permettono di collegare le cucine al consumatore finale e personalizzare l’esperienza. Per trasformare un momento di incertezza in opportunità, è innanzitutto cruciale abbandonare abitudini e modelli pre pandemici e chiedersi non solo dove mangeremo una volta terminata l’emergenza ma anche come mangeremo.
Della prima domanda si occupa la ricerca Deloitte Global State of the Consumer Tracker. Diciamolo subito: inizialmente mangeremo più a casa che al ristorante soprattutto considerando la prosecuzione del lavoro da remoto e la ricerca del risparmio dovuta all’incertezza economica. Delivery e click and collect che hanno registrato picchi di crescita durante l’emergenza sanitaria (il 70% dei ristoratori italiani hanno attivato servizi di consegna e asporto durante i lockdown) proseguiranno la loro crescita e i consumatori premieranno sempre più l’innovazione digitale aspettando da parte della ristorazione servizi di questo tipo.
L’apprezzamento, ad esempio verso i buoni pasto digitali, confermato dalla l’Indagine Food 2021 (Fighting Obesity through Offer and Demand) realizzata dal Gruppo Edenred, è un primo esempio di come già l’introduzione di piccole soluzioni digitali faccia la differenza per un recupero dell’out of home.
Se il digitale rimane una necessità, non è affatto scontato che il futuro della ristorazione sia solo nel delivery e nell’online. Anzi. Il trend di incremento dello scontrino medio a partire dal momento in cui le restrizioni sono state alleviate è un chiaro segnale verso una direzione più fisica che virtuale che vede nel revenge spending una rinnovata fiducia con potenziali picchi di spesa. La vera partita si gioca però sul campo del reshaping valoriale dove gli italiani fanno scuola: il 79% dei 66.410 lavoratori intervistati da Edenred vede alla base di un nuovo benessere individuale e sociale un maggior focus nei confronti del cibo. Mangeremo in modo più sano e attento, quindi, sia che si tratti di cucinare in casa sia quando andremo al ristorante privilegiando in entrambi i casi prodotti locali, freschi, di filiera sostenibile e alta qualità anche a fronte di un prezzo premium.
Chi appenderà, momentaneamente, pentole e mestoli al chiodo lo farà a fronte della concreta possibilià di vivere un’esperienza gastronomica di eccellenza che richiami, anche, il gusto del fatto in casa, inteso come genuinità e tipicità delle materie prime e che contribuisca alla costruzione della nuova scala di valori. Sono in tal senso premianti i menù che presentano scelte più salutari e che sottolineano l’impegno contro lo spreco alimentare (l’85% degli intervistati Edenred è interessato a conoscere quali ristoranti sono coinvolti in iniziative di questo tipo) attraverso una comunicazione relativa alle misure per ridurre e gestire in modo sostenibile i rifiuti del delivery e take away.
Una nuova strategia di storytelling diventa qui chiave di volta, mirata a dar valore all’identità del punto di vendita e del ristorante, focalizzando l’attenzione sulla qualità e la dimensione locale delle materie prime, comunicando l’innovazione e le promesse di sostenibilità per generare una fidelizzazione che si traduca, anche, nel punto fisico dove l’attenzione al cliente deve essere totale, trasversale e in grado di seguire un’evoluzione valoriale prima ancora che economica.