Se il termine resilienza è spesso usato a sproposito, nel caso della logistica fotografa sinteticamente quello che è avvenuto al settore allo scoppio della pandemia a inizio marzo 2020, arrivata all’improvviso a sconvolgere la routine e a mettere a nudo tutte le criticità che, dopo un primo periodo di assestamento, hanno portato a migliorare i processi e a individuare i piani di sviluppo che saranno alla base dei prossimi anni. Interessante in questo senso le “lezioni imparate dal Covid” che GS1 ha sintetizzato in 8 punti (vedi infografica sotto).
Così abbiamo voluto affrontare nella coverstory di Gdoweek n. 13 (15 settembre 2022) i trend che caratterizzano il mondo della supply chain nella gdo, individuando tre elementi portanti: l’edificio, l’organizzazione e il trasporto.
Abbiamo chiesto a Fabrizio Dallari, professore ordinario di Logistica e Supply Chain Management alla Liuc-Università Cattaneo e direttore del Centro sulla Logistica e il Supply Chain Management della Liuc Business School di accompagnarci in questo percorso, che ci ha permesso di mettere in evidenza anche alcune strategie delle insegne che hanno risposto alle domande che abbiamo posto. Il numero e il posizionamento degli immobili, a dispetto del nome, è in continua evoluzione, “Le insegne modificano il baricentro dei loro flussi -spiega Dallari- in base all’evoluzione e alla dinamica della loro rete di punti di vendita. Decidono così di rivedere l’assetto distributivo che è fatto di Cedi, di primo e di secondo livello, oltre che di magazzini, stagionali o tattici in cui tenere le cosiddette scorte speculative. Il magazzino è tipicamente il luogo di trasformazione dei flussi dai pallet interi ordinati ai fornitori, sino ai colli in uscita verso i punti di vendita, ma può essere usato anche ai fini speculativi, per acquistare cioè carichi completi o merce quando il prezzo è conveniente e fare le cosiddette scorte tattiche”.
Interessante valutare le scelte di Conad, che ha una rete logistica che si estende per tutta la penisola, “La nostra rete -dice Andrea Mantelli, direttore Supply Chain Conad- è composta da 5 hub e 48 Cedi regionali. Prendendo in esame il trasporto dei prodotti a marchio mdd, abbiamo due livelli di distribuzione. La distribuzione primaria fa riferimento ai flussi di merce in partenza dai fornitori verso i Cedi della rete Conad e comprende sia flussi diretti che flussi passanti tramite gli hub (questi ultimi gestiti da tre operatori logistici) per alcune determinate categorie di prodotto. Nel 2019 abbiamo avviato il modello organizzativo Conad Logistics basato sul trasporto ‘Franco Fabbrica’, che ci consente giorno dopo giorno di ridurre il nostro impatto ambientale grazie a un costante lavoro sulla saturazione dei mezzi e sull’ottimizzazione delle tratte. Attraverso questa modalità preleviamo una quota della merce mdd direttamente dai fornitori e gestiamo centralmente i trasporti verso i Cedi delle cooperative, ottimizzando il dispendio energetico e riducendo considerevolmente le emissioni climalteranti. La distribuzione secondaria, invece, si riferisce al trasporto dei prodotti dai Cedi ai singoli punti di vendita delle cooperative. In questo caso, ogni cooperativa adotta un modello diverso per il trasporto presso i propri negozi”.
Soluzioni diverse dalle scelte fatte in Pam, “Abbiamo quattro poli logistici -dice Luca Capobianco, direttore logistica Pam- con i quali serviamo nel nostro network di circa 470 punti di vendita tutte le merceologie a temperatura ambiente e a temperatura controllata positiva. Sono ubicati a Trezzano (Mi) per coprire tutta l’area nord ovest, a Pontedera (Pi), per coprire tutta l’area centro, Pomezia (Rm), per l’area del Lazio e una piccola fetta dell’Umbria. Padova e Spinea (Ve), due depositi che sono ubicati con una certa distanza tra di loro che con il quale serviamo tutta l’area nord est. In aggiunta a quattro poli abbiamo poi un deposito centralizzato dei surgelati che si trova a Bologna, con il quale serviamo tutta Italia anche in sinergia con operatori logistici che servono altre insegne della gdo. Per la parte a temperatura ambiente in tutti e quattro i poli gestiamo a stock circa 6.500 referenze di alta rotazione, che cui sono ordinabili tutti i giorni dai negozi serviti da quel determinato deposito mentre a Pomezia gestiamo a stock circa 4.000 referenze bassorotanti per tutta Italia. Dal punto di vista degli immobili, Spinea, Pomezia e Pontedera sono di proprietà anche se le attività sono affidate a società terze. Dal punto di vista del trasporto, ci appoggiamo a operatori terzi e non abbiamo mezzi di proprietà”.
APPUNTAMENTO
A GREEN LOGISTICS EXPO 2022La fiera, nuovo punto di riferimento per una logistica sostenibile,
si terrà nel polo fieristico di Padova dal 5 al 7 ottobre 2022.
Per informazioni greenlogisticsexpo.it
Se ci spostiamo verso il Sud sono interessanti le scelte del Gruppo Arena che si trova a svolgere le principali attività su di un’isola, come ci confermano Gianni Arena, responsabile Logistica e Dario Arcara, responsabile controller e Performance Logistica: “Negli ultimi anni l’impegno di gruppo Arena si è focalizzato sulla creazione di un unico polo logistico di proprietà. Il processo di centralizzazione è iniziato nel 2015 su Catania con le categorie merceologiche di FoodeNoFood e a inizio anno 2021 si è completato con il trasferimento del centro di distruzione freschi da Dittaino (En) al polo di Catania. L’avvicinamento da Dittaino alla città di Catania permette al Gruppo Arena di reperire facilmente risorse umane che possano contribuire allo sviluppo dell’azienda e far fronte a eventuali picchi di lavorazione stagionali.
Nello stesso tempo, la vicinanza a soli 13 km al porto di Catania, a 26 km dal Porto di Augusta e ai magazzini dei più importanti fornitori ha permesso a Gruppo Arena di ridurre notevolmente l’impatto ambientale con una riduzione di circa 1,5 milioni di km percorsi dai fornitori e una conseguente riduzione di ulteriori 1.500 tonellate di CO2/anno. Lo scopo della centralizzazione è stato quello di andare a creare un unico Polo Logistico, più vicino all’area di maggiore assorbimento delle spedizioni, con lo scopo di servire al meglio i punti Vendita riducendo contemporaneamente i costi e l’impatto ambientale. Dal polo logistico vengono serviti circa 200 punti di vendita tra diretti e affiliati”.
All’interno dei magazzini si sta diffondendo il ricorso a soluzioni di automazione, prendiamo come esempio Esselunga: tutti i negozi sono serviti dai centri di distribuzione situati a Limito di Pioltello (Mi), Parma, Biandrate (No), Sesto Fiorentino (Fi) e Chiari (Bs). La logistica centralizzata assicura l’approvvigionamento giornaliero dei negozi grazie alla localizzazione strategica. Nei Cedi di Limito di Pioltello, Sesto Fiorentino e Biandrate e nello stabilimento produttivo di Parma, sono presenti magazzini automatici, operativi 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
L’automazione è infatti un obiettivo verso cui alcune insegne stanno lavorando, “Chi sta progettando adesso nuovi magazzini lo fa già cercando di trovare soluzioni resilienti -continua Dallari-, anche per far fronte alla mancanza di personale, per malattia o altro. Per questo si stanno diffondendo magazzini in cui una parte dell’attività può essere automatizzata e sono importanti, in questo senso, anche i finanziamenti del piano Industria 4.0”.
È il caso del nuovo centro di Md che integra carrelli a guida automatica e una parte di struttura dell’edificio che si sviluppa in verticale per la movimentazione delle merci automatizzata. “L’automazione si giustifica se ci sono dei flussi elevati e regolari. Se ho poca visibilità o certezza sui miei flussi nei prossimi cinque, dieci anni è meglio adottare i magazzini tradizionali, anzi addirittura ricorrere il più possibile all’outsourcing”.
C’è poi chi, come Esselunga in partnership con Comau, sta testando l’esoscheletro, studiato per supportare l’articolazione lombosacrale, per ridurre il carico sulla schiena durante le attività di sollevamento e movimentazione dei pesi, migliorando così le condizioni e la qualità di lavoro degli operatori.
Dal punto di vista dell’organizzazione interna i Cedi sono già a buon punto, quello su cui si deve lavorare è nella fase di ricezione delle merci “Ci sono aziende che dal punto di vista dei processi funzionano molto bene -sottolinea Dallari- perché fanno analisi, tempi, metodi, studi. Per altre insegne invece il magazzino di fatto rappresenta un’area di profitto importante come deposito in cui sono stoccate merci acquistate a basso prezzo. Io non ho mai visto grandissimi esperti logistici in magazzino, anche perché spesso poi si commissionano la logistica a società esterne e quindi al punto organizzativo ci sono tanti aspetti che potrebbero essere migliorati”. Una tra tutte sono le finestre di scarico “i Cedi tipicamente lavorano con un bioritmo che è ricevimento mattina e consegna pomeriggio. La ricezione nella mattinata fa sì che la finestra di ricevimento sia tipicamente solo di 6 ore alle 06:30 sino al massimo alle 12:30. Si crea così il cosiddetto collo di bottiglia nei Cedi con un numero limitato di bocche di scarico e per questo si stanno diffondendo sistemi di prenotazione, detto slot booking”.
È il caso di Conad, “Non adottiamo finestre fisse di consegna ma finestre dinamiche -afferma Mantelli-. La tipologia di prodotto e categoria di merce, oltre al numero di pallet caricati, determinano la fascia oraria dello slot da dedicare allo scarico della merce. Prossimamente impiegheremo gli slot dinamici anche in tutti i Cedi delle nostre cooperative che ancora, in parte, non adottano questo modello”.
In Pam invece “Nello scatolame le finestre di ricevimento merci nei nostri depositi vanno dalle 6 alle 13 -dice Capobianco- per poi chiudere lo scarico entro il primo pomeriggio, ma possiamo gestire anche i picchi anche al sabato mattina. Nel mondo freschi, abbiamo finestre diverse, a seconda dei reparti. Sulla parte di latticini, più similare al mondo dello scatolame con l’aggiunta del ricevimento merci del sabato, abbiamo le finestre fisse della mattina sei dodici per tutte e quattro le nostre piattaforme. Per quanto riguarda i navettaggi verso i punti di vendita, la prima parte della giornata viene impiegata per consegnare tutto il fresco ortofrutta, carne, pesce, latticini più una parte di scatolame che andiamo a integrare sullo stesso camion insieme ai freschi. E questo lo facciamo per negozi di piccole dimensioni che comunque ordinano quindi quantità esigue di merce per le quali fare un secondo giro di scatolame sarebbe inefficiente o per i negozi che sono situati in zone particolari dove abbiamo dei vincoli logistici per poter accedere a Ztl”.
Proprio alcune limitazioni, soprattutto nelle zone urbane, stanno guidando le scelte dei mezzi da mettere in flotta, ci si affaccia all’elettrico nei furgoni leggeri per l’ultimo miglio, mentre Lidl ed Esselunga sono tra i primi a sperimentare anche su mezzi pesanti, rallentano le tratte con i mezzi con Lng, il gas naturale liquefatto, per l’aumento dei prezzi del combustibile avvenuto in questo ultimo anno, a cui si somma una vera emergenza che è quella della carenza di autisti. “Al momento utilizziamo quattro mezzi totalmente elettrici -fanno sapere dal Gruppo Arena- per la consegna a casa (eCommerce) e stiamo valutando di introdurre il primo camion elettrico con allestimento refrigerato per le consegne delle merci sui punti di vendita posizionati nella città metropolitana di Catania (corto raggio)”.
Con un obiettivo al 2030 di decarbonizzare i trasporti sta lavorando Lidl “In questo ambito abbiamo avviato graduale conversione della flotta impiegata nelle attività di distribuzione, con l’utilizzo sempre più massiccio di mezzi a combustione alternativa”.
In Conad, dice Mantelli, “Nel 2021 abbiamo aumentato l’utilizzo dei mezzi di classe Euro 6 a scapito dei mezzi di classe Euro 5 e precedenti. Grazie anche all’aumento dell’impiego di mezzi a gas naturale liquido (Lng), che nel 2021 hanno percorso circa il 3% di km in più rispetto all’anno precedente, registriamo un impatto positivo sia in termini di emissioni di CO2eq che di particolato (PMx). Abbiamo inoltre affrontato un importante investimento sul trasporto intermodale che ci ha permesso di incrementare i trasporti su treno e nave per le lunghe percorrenze (+112%, un aumento di circa 759mila km nel 2021), riducendo di conseguenza i flussi distributivi su gomma”.
L’intermodalità sarebbe un bel punto di arrivo, alcuni grossi gruppi come Auchan in Francia hanno magazzini da cui partono e arrivano anche treni merci, in Italia c’è qualche esempio virtuoso come Conserve Italia, “servono però volumi importanti, che ci sarebbero anche ma manca l’organizzazione e la programmazione per gestire il trasporto sui treni e la vicinanza dei Cedi ai nodi intermodali. In un nostro studio abbiamo stimato che il 30% dei viaggi stradali delle merci del largo consumo potrebbe essere convertito su rotaia” conclude Dallari.
GLI INVESTIMENTI DEI DISCOUNT
Milioni di euro investiti in poli logistici, anche di proprietà, per supportare la crescita della rete di punti di vendita. In questi due anni abbiamo avuto modo di vedere da vicino i nuovi poli logistici di Aldi, Lidl ed Md, tre insegne discount che stanno ampliando sempre di più la propria offerta anche sui prodotti freschi e freschissimi, entrando così in diretta concorrenza con le insegne tradizionali.
“Lidl Italia può contare su 11 piattaforme logistiche, tutte di proprietà -dice Luca Ros, direttore Logistica Lidl Italia-, dislocate sul territorio nazionale che riforniscono mediamente 60/70 punti di vendita ciascuna. L’ultima struttura inaugurata, lo scorso settembre a Carmagnola (To), è frutto di un investimento sul territorio di oltre 60 milioni di euro
La programmazione gioca un ruolo determinante nello svolgersi dei processi interni, quindi l’adottare una pianificazione mirata a snellire la gestione dei carichi di lavoro consente anche di intervenire di conseguenza sui turni del personale interno, al fine di disciplinare al meglio il flusso in entrata”.
Anche Aldi ha ampliato con il secondo centro aperto a Landriano (Pv) la propria rete logistica che servirà a supportare il piano di aperture di 150 pdv entro la fine del 2022, “i nostri due Cedi di primo livello -fanno sapere dalla società- si occupano di ricezione, commissionamento e distribuzione alle filiali. I magazzini sono in affitto e non ci appoggiamo a operatori logistici”.
Merita poi uno spazio il nuovo hub logistico di Md, aperto a Cortenuova (Bg), ed è in grado di garantire a ciascun negozio 2,5 rifornimenti di generi vari e 5 di fresco alla settimana. Inaugurato il 28 aprile 2022, è il settimo centro di distribuzione di Md, oltre a quelli già presenti a Macomer (Nu), Bitonto (Ba), Mantova (Mn), due a Dittaino (En) e a quello di Gricignano (Ce). L’elemento più innovativo dell’edificio di Cortenuova, che spicca anche nelle foto aeree, è la parte di magazzino completamente automatizzato di 8.000 mq che si estende in altezza, fino a 32 metri, in grado di contenere 40.000 pallet, traghettati da navette automatiche in movimento su un anello e che sono collocati nelle celle di stoccaggio da trasloelevatori. Nell’edificio si muovono anche mezzi Lgv, Laser Guided Vehicle, sempre a guida autonoma per il trasporto di pallet, che possono muoversi in un contesto ibrido con la presenza di persone.
Chiudiamo la panoramica sui discount con le parole di Angelo Loffredo, direttore logistico Penny Italia, “La nostra rete logistica è formata da 7 magazzini centrali, un magazzino per alta rotazione a Bari e 4 provider esterni per la gestione surgelati. Siamo presenti sul territorio a Quattordio (Al), Arborio (Vc), Desenzano del Garda (Bs), Altopascio (Lu), Marciano della Chiana (Ar), Gioia del Colle (Ba), Catania (Ct). Nei prossimi mesi inaugureremo un nuovo centro logistico in Cascine di Buti (PI) che sostituirà il nostro magazzino “storico” di Altopascio. Con Buti conteremo 3 Cedi di proprietà e 4 in affitto. Tutti i magazzini sono gestiti da una team Penny con il compito di regia, mentre tutte le attività di movimentazione merci e trasporto verso la nostra rete vendita sono appaltate in conto terzi e ci avvaliamo della collaborazione di 5 provider logistici e 16 aziende di trasporto”.
GUARDA I VIDEO DEGLI HUB LOGISTICI DI LIDL ED MD
LA RIVOLUZIONE DI SIAD NEL TRASPORTO REFRIGERATO
Tra le innovazioni nel mondo dei trasporti logistici merita una menzione il progetto di Siad, gruppo chimico italiano, che punta a rivoluzionare il ciclo frigorifero tradizionale utilizzando le frigorie che i gas criogenici sono in grado di produrre. Per questo ha sviluppato e brevettato il sistema di refrigerazione criogenica, installabile sui trasporti refrigerati, che elimina il compressore, il pezzo energivoro del ciclo frigorifero tradizionale, sfruttando la capacità della CO2 stoccata in un serbatoio a bordo del mezzo.
Una modalità più performante che evita di dover dipendere da una fonte energetica esterna, per esempio il motore di un mezzo endotermico, così da poterlo installare su un mezzo elettrico senza influire sulla durata della batteria e supportando gli obiettivi di transizione energetica delle aziende. Questa applicazione comporta un cambiamento delle abitudini degli utilizzatori, perché necessita un refill, che si effettua in modo intuitivo e automatico grazie a una stazione di ricarica che Siad può installare e serbatoi dimensionati a seconda delle esigenze presso l’azienda o il magazzino a cui fa riferimento la flotta di mezzi utilizzati per le consegne in cold chain.
LA ROBOTICA ENTRA NEL MAGAZZINO
Secondo alcune ricerche di settore, entro il 2024 oltre il 70% delle aziende dei beni di largo consumo ottimizzeranno la logistica interna con Amr, Autonomous Mobile Robot, Agv, Automated Guided Vehicle o Lgv, Laser Guided Vehicle, come quelli che sono in funzione nel magazzino di Cortenuova (Bg) di MD. L’Amr nasce dall’esigenza di poter garantire il trasporto di merci dal punto A al punto B senza alcun vincolo. Per questa tipologia di robot non è necessaria, a differenza dell’Agv, alcuna modifica alla struttura entro la quale il robot andrà a effettuare il proprio percorso. Sono robot collaborativi in grado di adattarsi a qualsiasi situazione.
P&G, I BENEFICI DELLA COLLABORAZIONE CON I RETAILER
P&G è impegnata nei progetti di intermodalità, aumentata del 50% negli ultimi tre anni, in più, come spiega Pietro D’Arpa, vice presidente Supply Chain Europe di Procter & Gamble, la collaborazione con i retailer permette di raggiungere obiettivi di sostenibilità, “In questo percorso è determinante la collaborazione con gli altri attori della filiera logistica perché la sostenibilità non è mai un processo isolato. Per esempio con Carrefour in Spagna abbiamo realizzato un camion extra-large in grado di trasportare fino a 51 pallet ottimizzando i carichi trasportati e i viaggi effettuati. Si tratta di due mezzi stradali extra-large lunghi 25 metri (un rimorchio più un semirimorchio) in grado di trasportare fino a 60 ton di carico rispetto al precedente massimo di 40 tonnellate e in circolazione sulle strade spagnole da metà aprile. In Germania stiamo lavorando ad un progetto denominato “smarter box” con il quale intendiamo standardizzare i container utilizzati per il trasporto delle merci su strada per ottimizzare gli spazi. Una iniziativa complessa ma potrebbe diventare uno standard a livello europeo e permetterebbe, secondo calcoli che sono stati fatti, di ridurre del 25/30% le emissioni di CO2”.
LEED E BREEAM CERTIFICANO L'EDIFICIO SOSTENIBILE
Nella costruzione dei poli logistici si sta sviluppando da alcuni anni una ‘disciplina’
fatta di progettazione integrata, sostenibilità ambientale e utilizzo di strategie di mitigazione rispetto al contesto. Serve coniugare il comfort e la salubrità dell’edificio con prestazioni che tengano in considerazione il consumo energetico, ma soprattutto con prestazioni certe. A questo proposito sono nati due protocolli ambientali, Breeam (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) e Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), che in base a una checklist forniscono un valore complessivo di certificazione per l’edificio. Leed, promosso dal Green Building Council negli Usa, ha quattro livelli: certified, silver, gold e platinum; Breeam, sviluppato in Europa, invece sei: acceptable, pass, good, very good, excellent e outstanding.
STRUMENTI PER DIGITALIZZARE LA SUPPLY CHAIN
di Marianna Gulli
Relex è una società attiva nel campo dell’ottimizzazione dei processi chiave per il retail, nata 15 anni fa in Finlandia e, a oggi, in costante crescita. L’azienda nasce in ambito logistico con la creazione di una piattaforma ad hoc in grado di migliorare efficienza ed efficacia dei processi generando una conseguente riduzione dei costi. “L’origine del nostro business è stata la logistica, ma stiamo lavorando, anche a livello di acquisizioni, per arrivare a una copertura di tutto il processo sia commerciale sia logistico -spiega Stefano Scandelli, Svp Emea e Apac di Relex -. Per questo stiamo sviluppando, da qualche anno, una visione trasversale, piuttosto che una verticale”.
Relex si è dunque concentrata su un portfolio arricchito da servizi di riordino, forecasting, spazi e workforce per dare ai clienti non solo la possibilità di ottimizzare il processo logistico, ma anche di avere una visibilità completa, dagli acquisti ai negozi della rete. Si tratta di un modello di business che permette una visione totale in grado di fornire una programmazione e una gestione del venduto e dell’invenduto che massimizzi margini, economia, forza lavoro, costi e rapporti con i fornitori. Una piattaforma, quindi, che interagisce per dare al retailer la possibilità di gestire i processi in maniera integrata. Per quanto riguarda la piattaforma che sta alla base dei servizi di Relex, Scandelli spiega: “Quando l’azienda è nata, è stata creata la propria piattaforma tecnologica con un private cloud e un database privato. La scelta è stata fatta nell’ottica di avere una tecnologia completamente in memory e un database lineare. L’obiettivo era, ed è, avere la massima scalabilità: performance al di sopra della media e superiore alle varie piattaforme di mercato, che giustificassero la scelta”.
Oggi, invece, si è optato per un modello che coniughi il cloud privato e un servizio esterno: “Tutto ciò che riguarda gli spazi, la warforce e le promozioni è sul cloud di Microsoft, Azure. Invece, il forecasting replanishment, che è il nostro core business, viene diviso in parte su Azure in parte sul nostro cloud privato -chiarisce Stefano Scandelli-. Facendo benchmark ogni tre mesi ci siamo resi conto che il rapporto tra performance e costi è molto al di sotto del benchmark: performiamo meglio con una spesa minore. In tal senso riusciamo a offrire al cliente performance, scalabilità e risparmio”.
Coverstory Gdoweek n. 13, 15 settembre 2022