“Ci sono delle tensioni, è inutile negarlo”, afferma Giorgio Santambrogio, Amministratore delegato di Gruppo VéGé, parlando dei rapporti tra il mondo del retail e quello dell’industria di marca. È necessario un pensiero di ampio raggio che miri a ragionare in maniera lungimirante sul futuro prossimo. “Industria e retail devono seppellire l’ascia di guerra: la prima deve rinunciare a sottomettere il retail, il secondo deve smettere di ragionare in maniera indipendente”, afferma Mario Gasbarrino, Amministratore delegato di Decò Italia. Entrambi gli attori hanno bisogno di un rapporto all’interno del quale, certamente, si costruisce la propria strategia, ma che sia con un solo fine: quello di soddisfare il consumatore.
La conflittualità è insita nel rapporto tra industria e retail, ma da questo si può imparare perché, in fondo: “Nessuno dei due è contento”, chiosa Gasbarrino. A minimizzare la competitività c’è la comprensione dello scenario attuale: “Dobbiamo lavorare non solo per massimizzare i valori, ma anche per sostenere mercato e consumatori. Questa preoccupazione è un elemento comune: è urgente immaginare un futuro fatto di una tenuta dei consumi reali”, afferma Marco Pedroni, presidente di Coop Italia. Soddisfare e tendere la mano al cliente, consumatore, cittadino. L’unica via percorribile è l’umiltà reciproca che porta ad attivarsi da entrambi i lati per la definizione di progetto ad hoc: “L’industria deve fare un’offerta tailor made sul consumatore e non omologarla; dal canto suo la distribuzione deve avere il coraggio di premiare gli sforzi dell’industria”, conclude Pedroni.