Nel 2023 4 consumatori su dieci hanno ridotto la propria frequenza d’acquisto a causa di prezzi meno attrattivi. È una delle conclusioni emersa dall’analisi condotta da Simon Kucher, società di consulenza strategica globale specializzata in pricing, su un panel di più di 200 società operanti nel canale Qsr (Quick service restaurant) e nella tipologia del casual dining. Per il 66% è risultata determinante la riduzione del rapporto qualità-prezzo, suggerendo una maggiore sensibilità ai prezzi e la propensione a cambiare abitudini di consumo.
Secondo la ricerca la crescita sostenibile rappresenta una sfida per la maggior parte delle aziende della ristorazione che non sono sempre state abili, durante l’ultimo anno, a fronteggiare con successo il contesto inflattivo. L'87% di esse ha registrato un incremento dei ricavi: per il 52% è risultato più alto rispetto al tasso di inflazione, per il 45% allineato ad esso.
Dall’analisi emerge che circa il 50% delle realtà è ricorsa ad aumenti di prezzo per preservare la marginalità, ma solo per il 33% la crescita dei prezzi è stata maggiore dell’aumento dei costi, questo a dimostrazione della fase di complessità che il settore sta fronteggiando.
Commenta Francesco Fiorese, partner di Simon Kucher: “In un contesto aziendale sempre più competitivo e in risposta ad esigenze di consumo sempre più mutevoli, si evidenzia una necessità crescente per le aziende del settore di identificare e rendere prioritarie strategie che favoriscano la crescita e la sostenibilità nel lungo periodo attraverso diverse leve, quali per esempio l’ottimizzazione dell’offerta e la revisione strategica dei prezzi”.
Dalla ricerca emerge che il 41% delle aziende considera prioritario l’uso del pricing per massimizzare le opportunità di crescita, e il 39% si sta concentrando sulla business expansion, con particolare attenzione all'introduzione di prodotti innovativi e l’ingresso in nuovi segmenti. Questo anche perché le preferenze alimentari sono in forte mutamento per il 64% dei consumatori che si stanno spostando verso prodotti di alta qualità (30%) e più salutari (25%), con una crescente attenzione al rapporto qualità-prezzo (29%).