La primavera del reparto casa tra decluttering e nuovo lifestyle

Le persistenti restrizioni sociali continuano a posizionare la dimora al centro dei consumi, con approcci tutti da intercettare per mondo retail e gdo

Le persistenti restrizioni sociali continuano a posizionare la dimora al centro dei consumi e del lifestyle degli italiani, sebbene con approcci e tendenze almeno in parte modificati rispetto allo scorso anno. Se da un lato il 36% sogna ancora un angolo della casa attrezzato e il 34% vorrebbe ad esempio una sedia ergonomica (dati Findomestic marzo 2021), dall'altro lato si guarda maggiormente al cosiddetto "decluttering", l'arte del riordino e del minimalismo come fonte di benessere emotivo, con cui intenderebbe cimentarsi questa primavera il 74% degli italiani (fonte a seguire).

Uno scenario complessivo che dona comunque nuova linfa e potenziale al reparto casa nel punto di vendita, rendendo il fenomeno tutto da intercettare per il mondo retail e gdo. Ma quali sono tendenze su cui fare leva e tipologie di target a cui rivolgersi in tal senso? Un quadro interessante di 4 diversi profili dei consumatori arriva dai risultati di un'indagine commissionata da eBay e condotta da Squadrati, che si concentra proprio su questo nuovo macro-trend del decluttering e della nuova spinta all'ordine casalingo.

·       Minimalista seriale (10%): di fronte a un armadio traboccante di vestiti e a scaffali pieni di cose che non usa da tempo, il minimalista seriale reagisce liberandosi di tutto ciò che non gli serve. In pieno stile Marie Kondo, crede fermamente che nei momenti di crisi liberarsi di alcune cose faccia bene (71%) e pensa che sia meglio eliminare qualcosa di vecchio per far posto al nuovo (84%). Anche per questo, nella sua casa non c’è niente di inutile: ambienti minimal, ordinati, con poche cose sui ripiani o appese alle pareti (52%). La sua scelta di cosa tenere si basa sull’utilità, se serve oppure no (73%). Curioso sapere che il Minimalista seriale ha sentito parlare di decluttering (29%), ma non sa esattamente in cosa consiste. Intende però metterlo in atto questa primavera (82%).

·       Zen del riordino (25%): lo zen del riordino prova spesso l’impulso di liberare la propria casa da ciò che è diventato inutile, soprattutto quando sente di aver bisogno di sentirsi meglio (53%). Il suo motto di vita è "Fare ordine in casa significa fare ordine nella propria vita” e, durante il lockdown, è soprattutto lui ad averne approfittato per liberare la casa da quelle cose diventate superflue (55%). Come per il minimalista, la casa dello zen del riordino ha poche cose sui ripiani o appese alle pareti, perché non ama avere tante cose in giro per casa (58%). Sebbene tenda a buttare tutto, lo zen del riordino – il 31% dei millennial intervistati – sente che la sua casa è ancora piena di cose inutili o superflue, perché non riesce a trovare la giusta collocazione alle cose che acquista e crede fermamente che liberarsi dell’inutile significhi prendersi cura di sé (80%), ritenendolo liberatorio e terapeutico nei momenti di crisi o stress (67%). Lo zen del riordino dà agli oggetti di cui si vuole liberare una nuova vita, vendendoli (59%) o convertendoli in altro, e per lui questa primavera sarà una nuova occasione per fare decluttering (81%).

·       Collezionista nostalgico (20%): è il tipo di persona che conserva tutto ciò che gli fa battere il cuore e gli rievoca ricordi: per questo accumula libri (55%), abbigliamento (54%), lavoretti degli figli fatti da bimbi (46%), vestiti dei figli di quando erano piccoli (36%) e anche delle persone care defunte (28%). Anche al collezionista nostalgico capita d’avere necessità di liberare casa e, quando lo fa, gli costa fatica, perché è affezionato ai suoi oggetti (35%). Scegliere cosa buttare e cosa tenere gli mette ansia (53%) e pensa che liberarsi delle cose equivale a essere insensibili (47%). Dovendo scegliere cosa tenere, sceglie soprattutto in base al valore affettivo dell’oggetto (59%). Il collezionista nostalgico – il 26% dei baby boomer intervistati - fa ordine senza buttare niente (22%), spesso spostandole in altri punti della casa, ed è soprattutto lui a possedere una "scatola dei ricordi" (34%). Non farà decluttering in primavera (31%).

·       Accumulatore previdente (45%): l’accumulatore previdente tende a tenere in casa tanti oggetti senza riuscire a disfarsene, non tanto per le emozioni che gli suscitano, ma per utilità: mai si sognerebbe di buttarli proprio perché potrebbero servirgli in futuro (90%). Così, nella sua casa c’è spesso un’abbondanza di oggetti: vecchi documenti (61%), capi d’abbigliamento (54%), prodotti di cancelleria (43%), sacchetti dei negozi (39%), attrezzi da cucina (36%) e spesso il destino riservato a questi oggetti è di essere spostati in altri luoghi della casa, come il garage, il solaio o la cantina (57%).

Il punto di vendita, dunque, potrebbe ad esempio diventare maggiormente luogo in cui si suggerisce un nuovo modello di ordine domestico sia nell'esposizione sia nell'offrire nuove soluzioni e prodotti all'insegna di sostenibilità e praticità, tra razionalità e design minimalista.

Centrale, in questo contesto, anche il fenomeno della rivendita, dove ancora una volta i retailer possono giocare un ruolo più attivo, come confermano spazi e iniziative ad hoc dedicati da Decathlon e Ikea alla pratica. A optare per la rivendita è infatti il 54% degli italiani: sono molto più propensi a vendere soprattutto i giovani della genZ e i millennial (rispettivamente 74% e 64%) e chi risiede nel Nord Est o in Centro Italia (entrambi 60%). Tra i motivi per cui si vendono i prodotti emergono anche quelli dell'ecosostenibilità, ovvero l’attenzione per l’ambiente e la società (38%), nonostante l’obiettivo di guadagnare qualcosa sia ancora predominante (62%). Gli oggetti più venduti? In testa ci sono i libri, indicati da quasi 3 italiani su 10, cellulari e smartphone (24%), soprammobili (23%), capi d’abbigliamento (21%) e scarpe (16%).

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