Torna a crescere il mercato dei prodotti non alimentari, dopo lo stop del 2020 a causa delle limitazioni pandemiche. La tendenza fotografata dall'annuale Osservatorio Non Food di GS1 Italy evidenzia non solo la crescita annua 2021 del +12%, ma anche un attivo sul lungo periodo che dal 2017 al 2021 ha visto la categoria crescere del 2,2%. Un ottimismo che dovrà affrontare la prova del 2022 con uno scenario internazionale aggravato.
I consumi non food dall'Osservatorio di GS1 Italy
Positive le performance di tutti i comparti monitorati dall'Osservatorio, molti con incrementi a doppia cifra. In particolare, L'Elettronica di consumo mantiene la vetta come primo mercato a valore e cresce del +10,2%; abbigliamento e calzature, al secondo posto, è il mercato con la crescita più marcata, +18,7%, anche se non sufficiente a recuperare i valori pre Covid. Seguono mobili e arredamento, al terzo posto per valore e al secondo per la crescita, +17%. Incrementi a doppia cifra anche per la profumeria (+15%), articoli per lo sport (+13,7%), ottica (+16,1%) e giocattoli (+10,5%).
Sotto la decina la crescita, in ordine decrescente, per:
Tessile | +9,1% |
Cancelleria | +8,3% |
Bricolage | +6,8% |
Edutainment | +6,2% |
Casalinghi | +4,9% |
Prodotti di automedicazione | +4,3% |
Gli ultimi due comparti si distinguono perché i fatturati sono superiori alla fase pre Covid. Giocattoli e cancelleria sono ancora sotto, ma molto vicini, mentre il bricolage incrementa le vendite ma riduce la propria quota di mercato.
I dati Istat sui consumi
Nel 2021 sono cresciuti tutti i consumi, non solo quelli del non alimentare. L'Istat conferma un +7,1%, con una spesa media delle famiglie anch'essa in ripresa, +4,7%, anche se gravata dall'inflazione che ne riduce il valore reale. Sempre Istat attribuisce al non food una crescita del +9,3%, quindi superiore al 7,1% che rappresenta la media tra servizi, grocery e non food. Nel grocery si evidenzia la performance più marcata degli articoli per l'igiene della casa e della persone, +7,3%.
Uno sguardo ai canali di vendita
eCommerce - La pandemia lo ha spinto e i consumatori lo hanno adottato orientandosi sempre più su percorsi d'acquisto omnicanale. Il miglior risultato è stato quello dell'elettronica di consumo, +10,9% le vendite. Bene anche farmaci da banco, profumeria, edutainment (qui il web è il primo canale a valore, con oltre la metà del mercato). Per libri, giocattoli e piccoli elettrodomestici l'eCommerce è preferito allo store fisico.
Insieme all'online, nel 2021 aumentano le modalità di delivery trans canale: ordini in remoto, pc o smartphone, e ritiro in store, oppure ordine in negozio e consegna a domicilio.
Sempre l'eCommerce ha trainato anche la crescita delle forme di distribuzione alternativa: vendita a domicilio, vendita per corrispondenza, distributori automatici, Internet, in crescita del +13,8%.
In aumento di conseguenza il rilievo dei diversi canali digitali entro la shopping experience: ci si informa in rete prima di acquistare in rete, e il marketing si sposta sempre più in digitale.
Canale fisico - Lo store fisico resta il canale preferito dagli italiani anche nel 2021. La rete però si contrae, -1,2%, le insegne razionalizzano e i consumatori, soprattutto per alcuni acquisti, preferiscono il digitale (vedi sopra). Preferiscono decisamente il fisico, invece, se occorre una consulenza, come per bricolage, telefonia/informatica e grandi elettrodomestici. Lo store funziona bene anche quando è ben integrato con l'online, in particolare per abbigliamento e casalinghi.
Cosa funziona e cosa no nella rete fisica
I numeri di GS1 Italy dicono che la rete del commercio al dettaglio fisso specializzato si assottiglia, -1,2% con poco più di 457,3 mila punti di vendita censiti.
Le grandi superfici specializzate recuperano spazi di mercato in tutti i comparti, in particolare elettrodomestici bruni, articoli per lo sport e abbigliamento e calzature.
Le grandi superfici alimentari crescono come numerica ma veicolano una quota piuttosto bassa nel non food, e solo cancelleria, giocattoli e tessile superano il 10% delle vendite in questo canale. Si tratta di un formato che è da anni in difficoltà e che sta ancora ripensando la propria formula, spesso attraverso l'integrazione con aree non food specializzate (e L'Osservatorio Non Food di GS1 Italy ci dice che funzionano) e servizi. Residuale la quota di discount per il non food, poiché viene proposto con una logica di offerte spot settimanali e stagionali, e online.
Le grandi superfici non specializzate crescono come rete. In realtà sono stabili i cash&carry mentre crescono in numerica i grandi magazzini, canale privilegiato per la profumeria, al 34,3% la quota di mercato.
Centro no, periferia sì: il 2021 ha visto uno spostamento nella geografia dei consumi nel quale i centri cittadini e i centri commerciali perdono terreno (ma rappresentano l'84% della rete distributiva non alimentare) a vantaggio di periferie urbane, parchi commerciali extraurbani e outlet.