Investire in Russia converrà sempre di più nei prossimi anni, soprattutto per gli operatori della distribuzione moderna. Chi ha già sviluppato un presidio, partirà in notevole vantaggio: per ora sono pochi, almeno nell'alimentare (Metro, Auchan, Rewe), ma gli interessi verso questo paese sono destinati a crescere. L'importanza della Russia per le aziende industriali italiane (ed europee) del largo consumo è chiaramente emersa nel corso del Workshop tenutosi il 4 aprile a Milano per iniziativa del Sole 24 Ore Business Media e Mark Up, in collaborazione con l'Istituto per il commercio estero.
Le potenzialità della Gdo in Russia
Il giro d'affari del commercio al dettaglio russo è di circa 240 miliardi di dollari: circa 100 miliardi meno di quanto fattura la sola Wal-Mart (345 miliardi nel 2006), e poco meno di 20 volte le vendite di Coop Italia. Questa cifra può dare l'idea delle potenzialità del mercato russo: senza dimenticare che la distribuzione moderna rappresenta solo il 20% del commercio, esattamente il contrario di quanto avviene nei principali mercati dell'Europa occidentale dove la quota della Gda oscilla tra 40 e 80%. Con una crescita del prodotto interno lordo stimata tra 6,5% e 7% tra 2008 e 2010, un incremento dei salari reali nel 2006 pari a +13,5%, un tasso d'inflazione in discesa (tra 9 e 10% nel 2006-2007), la Russia, che già supera l'Italia per contributo al Pil mondiale (3,09% contro 2,96% dell'Italia), attira sempre più l'interesse dei gruppi europei.
Mosca e San Pietroburgo locomotive dello sviluppo
«Lo scenario presenta indici di crescita difficilmente riscontrabili in Europa occidentale - ha ricordato Luigi Rubinelli, direttore di Mark Up - con un raddoppio di superficie di vendita registrato negli ultimi due anni a Mosca e San Pietroburgo». È corretto, almeno in termini di concentrazione del business, parlare di Mosca e San Pietroburgo, le due città simbolo della Russia, che assommano il 37% della ricchezza nazionale, pur concentrando il 12% della popolazione. La regione di Mosca è leader per vendite pro capite al dettaglio (circa 2.200 dollari). Come densità distributiva, la Russia è sotto gli standard europei: 36 metri quadri per mille abitanti rispetto ai 132 dell'Italia, 289 della Francia, 257 della Germania, 215 della Spagna e 188 della Gran Bretagna.
Una crescita vicina al 20%
«Le prime 10 catene in Russia rappresentano solo il 17,5% dell'intero giro d'affari al dettaglio», ha ricordato Guido Maestri, partner Bain & Company. I formati moderni sono destinati a svilupparsi nei prossimi 2-3 anni. Nel periodo 2005-2010, il mercato russo del “food retailing” registrerà una crescita media annua del 17,5%, passando da un volume di 162 miliardi di dollari nel 2007 a oltre 250 miliardi nel 2010. «La Russia presenta oggi fattori positivi - ha spiegato Roberto Pelo, direttore ufficio Ice a Mosca - fra i quali la stabilità politica, le misure fiscali favorevoli, la crescita del Pil. Ma le criticità sono ancora numerose: fra esse non mancano la scarsa trasparenza, la recrudescenza di politiche protezionistiche, le normative doganali in continua evoluzione, la debolezza delle infrastrutture, e la fragilità del sistema bancario».