La gdo ha scoperto il bio, già da tempo. Bio che è non solo food, ma anche vino e spirits in generale. Da qui il forte interesse dei buyer del canale per Slow Wine Fair, la fiera del vino buono, pulito e giusto che si tiene a BolognaFiere, organizzata dall’ente fieristico e Sana-Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, con la direzione artistica di Slow Food e la partecipazione di FederBio.

La fiera, alla sua seconda edizione, è prevista dal 26 al 28 febbraio prossimi e fa tesoro dell’esperienza pregressa: “L’edizione numero uno -spiega Domenico Lunghi, direttore Manifestazioni Dirette BolognaFiere-ha visto la partecipazione di molti buyer della gdo del Nord Europa: siamo rimasti sorpresi dal loro interesse, finalmente. Ci attendiamo analogo interesse da parte anche dei player italiani, intenzionati a soddisfare un target di consumatore specifico, evoluto, disposto a spendere a fronte di una proposta di qualità. Si aprono così nuovi fronti, come per esempio le partnership in funzione della marca privata, tutti rivolti, nel caso della gdo, a differenziare l’offerta rispetto al discount, leader nelle proposte legate al prezzo basso”.
Espositori nel segno dell’alta qualità

Rispetto al passato la gdo si pone così con un nuovo approccio, più aperto, nei confronti dei produttori di vini di alta qualità, artigianali compresi: “Proprio per incoraggiare gli incontri tra domanda di tutti i canali e offerta -spiega Giancarlo Gariglio, coordinatore internazionale della Slow Wine Coalition- e qualificare quest’ultima nel segno dell’alta qualità, abbiamo previsto, per questa seconda edizione, una severa selezione delle aziende e dei loro prodotti, che dovranno o già essere certificate bio, oppure aderire al nostro Manifesto per il vino buono, pulito e giusto. Siamo molto sensibili, in fase di selezione, all’implementazione di tre elementi: la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio attraverso la viticoltura, il sostegno alla crescita culturale e sociale delle comunità contadine”.
Da questa edizione, poi, viene eseguito - grazie a una commissione di esperti valutatori - anche un secondo step di controllo legato proprio alla qualità del prodotto, attraverso l’assaggio dei vini di ogni cantina. “In questo modo i visitatori e gli operatori professionali beneficeranno di una impostazione filosofica precisa che permea tutto l’evento e troveranno un elevato livello qualitativo nelle tante proposte presenti”.
La fiera di Bologna è anche l’occasione per far dialogare tutti i protagonisti della Slow Wine Coalition, la rete collaborativa internazionale che unisce i protagonisti del mondo del vino, dai vignaioli agli appassionati ai professionisti. “Attraverso incontri, masterclass, laboratori e scambi commerciali -completa Gariglio- metteremo le basi per far capire che un’altra enologia è possibile”.
I numeri e le aspettative
La prima edizione di Slow Wine Fair aveva richiamato oltre 6.000 appassionati, buyer e professionisti, che avevano degustato più di 2.300 etichette di 542 cantine (la metà delle quali certificate biologiche o biodinamiche), provenienti da 20 Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane. L’obiettivo 2023 è di arrivare a circa 1.000 cantine, con una forte presenza internazionale.
Alla fiera si terranno infine anche gli incontri della Slow Wine Coalition, la rete internazionale che attraverso masterclass, laboratori e scambi commerciali pone le basi per invitare a pensare che un’altra enologia è possibile.