Da dove deriva il forte interesse dei buyer della gdo per Slow Wine Fair? Il retail ha scoperto il bio già da tempo. Bio che è non solo food, ma anche vino e spirits in generale. La fiera del vino buono, pulito e giusto si tiene a BolognaFiere, organizzata dall’ente fieristico e Sana-Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, con la direzione artistica di Slow Food e la partecipazione di FederBio.
La fiera, alla sua seconda edizione, è prevista dal 26 al 28 febbraio prossimi e fa tesoro dell’esperienza pregressa: “L’edizione numero uno -spiega Domenico Lunghi, direttore Manifestazioni Dirette BolognaFiere- ha visto la partecipazione di molti buyer della gdo del Nord Europa: siamo rimasti sorpresi dal loro interesse, finalmente. Ci attendiamo analogo interesse da parte anche dei player italiani, intenzionati a soddisfare un target di consumatore specifico, evoluto, disposto a spendere a fronte di una proposta di qualità. Si aprono così nuovi fronti, come per esempio le partnership in funzione della marca privata, tutti rivolti, nel caso della gdo, a differenziare l’offerta rispetto al discount, leader nelle proposte legate al prezzo basso”.
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Espositori nel segno dell’alta qualità
Rispetto al passato la gdo si pone così con un nuovo approccio, più aperto, nei confronti dei produttori di vini di alta qualità, artigianali compresi: “Proprio per incoraggiare gli incontri tra domanda di tutti i canali e offerta -spiega
![Slow Wine Fair](https://www.gdoweek.it/wp-content/uploads/sites/7/2022/11/Giancarlo-Gariglio_curatore-Slow-Wine-200x300.jpg)
- e qualificare quest’ultima nel segno dell’alta qualità, abbiamo previsto, per questa seconda edizione, una severa selezione delle aziende e dei loro prodotti, che dovranno o già essere certificate bio, oppure aderire al nostro Manifesto per il vino buono, pulito e giusto. Siamo molto sensibili, in fase di selezione, all’implementazione di tre elementi: la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio attraverso la viticoltura, il sostegno alla crescita culturale e sociale delle comunità contadine”.
Da questa edizione, poi, viene eseguito - grazie a una commissione di esperti valutatori - anche un secondo step di controllo legato proprio alla qualità del prodotto, attraverso l’assaggio dei vini di ogni cantina. “In questo modo i visitatori e gli operatori professionali beneficeranno di una impostazione filosofica precisa che permea tutto l’evento e troveranno un elevato livello qualitativo nelle tante proposte presenti”.
I numeri e le aspettative
La prima edizione di Slow Wine Fair aveva richiamato oltre 6.000 appassionati, buyer e professionisti, che avevano degustato più di 2.300 etichette di 542 cantine (la metà delle quali certificate biologiche o biodinamiche), provenienti da 20 Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane. L’obiettivo 2023 è di arrivare a circa 1.000 cantine, con una forte presenza internazionale.
Alla fiera si terranno infine anche gli incontri della Slow Wine Coalition, la rete internazionale che attraverso masterclass, laboratori e scambi commerciali pone le basi per invitare a pensare che un’altra enologia è possibile.