Dall’inserimento nell’assortimento dei negozi italiani di pannelli solari e arredamento per animali a uno spazio sempre maggiore per l’area food. Da uno sviluppo della rete che procede su binari paralleli (da un lato, quattro aperture di negozi in programma; dall’altro lo sviluppo di pick up e pop up point), alle ricerche per mettere in pratica i principi dell’economia circolare e puntare ancora di più sulla sostenibilità. Ma, soprattutto, l’idea di mandare presto in pensione il simbolo del mobilificio scandinavo: la brugola, sostituita con sistemi di assemblaggio dei mobili ad incastro.
Questo bolle nel pentolone di Ikea, il colosso dell’arredamento low cost che in Italia è presente con 21 store, due pick up point e 30 depositi unbranded per il ritiro della merce. A tratteggiare i piani a breve e medio termine dell’azienda svedese è stata l’amministratrice delegata per l’Italia Belén Frau, durante un incontro con i giornalisti nella sede di Älmhult della multinazionale fondata da Ingvar Kamprad.
Nelle intenzioni di Ikea sono previste le aperture dei punti di vendita di Perugia, Verona, del terzo di Milano e del quarto di Roma. “Non c’è certezza sulle date –ha spiegato Frau– anche perché la legislazione italiana è molto macchinosa e ci costringe a dilatare i tempi”. Lo sviluppo della rete procederà anche mettendo sempre più al centro la ristorazione, un comparto capace di attirare visitatori e rendere più completa l’esperienza d’acquisto. “Stiamo pensando di creare un canale dedicato solo al cibo e aprire un ristorante Ikea lontano dai nostri tradizionali store di mobili –ha detto Frau– Abbiamo già fatto qualche esperienza in passato e pensiamo di ripeterla in futuro ... magari stringendo partnership. Vedremo nel prossimo futuro”.
Ma Ikea Ikea sta pensando anche ad altri format per incentivare le vendite on line e cercare di rendere più semplici e veloci gli acquisti.