Edoardo Gamboni, direttore commerciale di Gruppo VèGè, spiega il suo punto di vista e quali sono secondo la sua ottica gli elementi di complessità dell’attuale contesto economico. Inflazione, forti incrementi dei costi energetici, rapporti con l’idm sempre più complessi da gestire per la rigidità di alcune imprese, pressione promozionale irrazionale, crescita continua dei discount e diffusione di servizi come il quick commerce che riducono ulteriormente gli spazi della gdo. “Tutto questo crea preoccupazione ed evidenzia la grande debolezza della gdo come settore, rendendoci tutti vulnerabili nella gestione dell’intera filiera, fattori che richiederebbero un intervento da parte della politica, perché la situazione sta diventando sempre più insostenibile”, ribadisce Gamboni.
Fattori che dipendono dal conflitto Russia- Ucraina?
In parte sì, perché rendono la situazione del mercato ancora più volubile, ma si tratta dell’ultima goccia di una serie di eventi, da due anni a questa parte, che hanno portato a un aumento dell’inflazione che non conoscevamo dagli anni Settanta e che pone questioni su cui tutti dobbiamo ragionare con onestà. Siamo di fronte a una situazione nuova e temo ci aspettino tempi peggiori, se il livello di inflazione non sarà ridotto. In altri Paesi del mondo, soprattutto in Asia, è al 2%. Da noi è più alta, con un percepito ancora superiore. Eppure, per calmierare la situazione, come retailer da due anni stiamo intervenendo con azioni importanti che da emergenza sono diventati normalità, assorbendo aumenti di listini che si aggiungono ai costi in più cui far fronte. Una situazione non più sostenibile: è tempo che tutti i componenti della filiera si assumano responsabilità.
Chiaro il riferimento all’industria di marca...
È arrivato il momento per le imprese produttrici di fare la loro parte in maniera trasparente, onesta e diretta per salvaguardare non solo il rapporto con noi retailer, ma anche con tutta la filiera made in Italy e con il consumatore. Finora abbiamo assorbito gli aumenti che l’industria ha richiesto: a volte produttivi, a volte industriali, a volte ingiustificati anche perché speculativi, comunque arrivati fino al 20%. Noi di Gruppo VèGè abbiamo cercato soluzioni di ogni sorta pur di venire incontro all’idm: abbiamo sottoscritto contratti con sconti provvisori di accompagnamento, definito listini a tempo da verificare sul trend del mercato. Abbiamo condiviso, straordinariamente, iniziative di riduzione di formato, volte a tutelare due logiche: evitare aumenti di listino e di spreco alimentare, specie laddove resistevano confezioni non più adatte a consumi pratici. Inoltre, abbiamo concordato modifiche di pressione promozionale per periodi tali da attenuare l’avvento di forte inflazione.
In questa situazione quali sono le priorità?
In Gruppo VèGè vorremmo evitare l’applicazione di nuovi, secondi e terzi listini, inevitabilmente motivo di eventuali ed ulteriori differenti posizioni con l’idm. Calo dei consumi, perdita di margine, trasferimento dei consumatori verso altri canali, sono le priorità sulle quali lavoriamo, unitamente alla irrinunciabile competitività che sempre ci contraddistingue. La proposta di condividere per un determinato periodo di tempo anche minore pressione, o l’applicazione di un listino di emergenza a termine dopo il quale tornare al precedente, sono soluzioni del tutto nuove, non facili da comprendere da ambedue le parti, ma sono fonte di dialogo e confronto che rivolgiamo a chiunque dell’industria. E poi la rete vendita: nuovi negozi, operazioni straordinarie delle nostre Imprese, ristrutturazione di quelli meno recenti, maggiori servizi, iniziative nazionali di maketing, scelta assortimenti locali, restano sani a saldi principi commerciali a cui ci ispiriamo: meglio si fanno, maggiori saranno i consumatori che meno privilegeranno altri format.
Quindi all’industria di marca cosa chiedete di fare?
Di scegliere. La gdo non è tutta uguale e forte allo stesso modo: qualcuno non reggerà alla lunga questa competizione. Per questo serve che l’industria di marca prenda una posizione premiando quei retailer che stanno lavorando con risultati positivi e conti economici solidi. Tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa e alcune rigidità dell’industria, che rispetto alla gdo ha continuato a registrare redditività più elevate e non risicate, non aiutano a trovare un terreno comune per mantenere soddisfatti i consumatori su qualità e convenienza dei prodotti. Per questo è necessario che l’idm si impegni ad analizzare i progetti, capire chi cresce e chi saranno i capitani del prossimo futuro. Anche perché, dobbiamo lavorare tutti insieme per preservare il valore della nostra produzione agro-alimentare made in Italy, che rischia di essere sempre più penalizzata.
Come Gruppo VéGé come state intervenendo?
Come dicevo, stiamo crescendo in maniera solida: i nostri canali sono tutti in positivo a parità di rete. Continuiamo a svilupparci come dimostrano le 130 nuove aperture effettuate, nell’ultimo anno, nei diversi format dalle nostre aziende socie. Dal 2012, VéGé ha registrato tassi di crescita a due cifre a livello sia di sell-in, il valore di acquisto che più interessa all’idm, sia di sell-out. Per questo siamo fiduciosi, nonostante le criticità dello scenario di mercato. Allo stesso tempo, abbiamo anticipato operazioni importanti, come quella sulla scuola anche al Sud e, da settembre, lanceremo una nuova iniziativa a supporto delle società sportive locali.