Gucci verso il salvataggio di Richard Ginori

Anche l'autorevole Wwd (quotidiano della moda), ha dato risalto alla proposta, che in questo weekend ha fatto il giro del mondo. Tredici milioni di euro per l'acquisto dell'azienda Richard Ginori 1735 SpA, dichiarata fallita dal Tribunale di Firenze il 7 gennaio 2013 e un progetto industriale e strategico di lungo periodo, che si pone l'obiettivo di tutelare e rilanciare il marchio storico fiorentino delle porcellane, che è sinonimo da sempre di qualità, artigianalità ed eccellenza del made in Italy nel mondo, in cui si ricoscono gli stessi valori, che sono alla base del successo, del marchio Gucci.

Primo passo: riassorbire 230 dipendenti
Un piano industriale, che passa prima di tutto dal riassorbimento di 230 dei 302 dipendenti della fabbrica di Sesto Fiorentino (Firenze) e che farà leva, sulle competenze, il know-how e le sinergie esistenti tra i 2 marchi. In particolare, si focalizzerà sul breve-medio periodo, sullo sviluppo di prodotti e sulla produzione di articoli nel settore tableware, dedicato al segmento del lusso.
Sulla proposta, depositata il 26 marzo 2013, tramite una società controllata dal gruppo Gucci (che fa parte del colosso Kerin), c'è un cauto ma beneaugurante ottimismo, visto anche le vicissitudini pre-fallimento, in cui si erano cimentate senza successo e un nulla di fatto, le due cordate (l'americana Lenox e l'italo-romena Apulum). Dopo un avvio di esercizio provvisorio, si è arrivati alla prima asta fallimentare che è andata deserta e ora si guarda a quella del 22 aprile 2013, dove tutto potrebbe essere possibile. Anche quella del rilancio di un nuovo acquirente, che per remota ipotesi, potrebbe presentare una proposta migliore di quella messa sul piatto dal gruppo Gucci.

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