La vittoria all’asta conseguita a metà gennaio con un’offerta di quasi 14 milioni di euro e un investimento pianificato di 80 milioni per la trasformazione del lotto delle ex acciaierie di Cortenuova (Bg), diventa l’occasione per fare il punto con Patrizio Podini del futuro di Md, la catena discount fondata 24 anni fa e da lui tuttora presieduta. Con una quota di mercato del 15%, oltre 700 punti di vendita, un fatturato di 2,3 miliardi di euro, l’insegna è il secondo player del mercato discount in Italia. Già dotata di 7 centri logistici, è intenzionata ad aprire nel bergamasco il maggiore polo nazionale di movimentazione del discount.
“Siamo in presenza di un mercato interno molto affollato -spiega il presidente-, Aldi e Leader Price sono pronti al debutto, Conad e Esselunga stanno spingendo sull’acceleratore. Per quanto ci riguarda abbiamo delineato un piano di sviluppo strategico che prevede una crescita anno su anno di almeno -sottolineo che si tratta di un risultato minimo- 200 milioni di euro per tutto il periodo 2017-2021. Ne consegue che ci stiamo attrezzando per un incremento quinquennale di un miliardo”.
Come intendete conseguire il risultato?
Abbiamo intenzione di sviluppare la rete. Nel 2018 sono programmate 40 aperture, con negozi che verranno dislocati per metà nelle regioni meridionali e l’altra metà in quelle settentrionali. A questo investimento si aggiunge anche quello della ristrutturazione dei punti di vendita esistenti: stiamo intervenendo su 50 negozi ogni anno, con budget di circa 800.000 euro per singolo oggetto. L’obiettivo è quello di avere una rete moderna e omogenea a tutto format.
Prevedete anche nuove acquisizioni?
Come detto, la competizione distributiva vede ancora in campo un numero considerevole di protagonisti, e altri se ne stanno aggiungendo. Credo sia un affollamento eccessivo e che prossimamente si aprirà un nuovo periodo di acquisizioni e di concentrazione. Fenomeno che, però, non ci vedrà parte attiva. Il nostro gruppo ha già messo a segno operazioni importanti in passato (nel 2013, con l’assorbimento di Ld Market da gruppo Lombardini). Siamo soddisfatti di aver uniformato nel frattempo la rete. Ritengo che oggigiorno una disomogeneità di format non possa generare prestazioni adeguate. E certamente un piano di sviluppo basato su crescita interna risulta più omogeneo.
Nel primo anno del quinquennio i risultati conseguiti sono in linea?
Avanziamo secondo i target che ci siamo dati. Nel 2017 abbiamo raccolto 40 milioni di euro in più.
Motivazioni del recente investimento logistico?
Il nostro sistema di movimentazione poggia su 7 poli logistici che però iniziano a essere sufficientemente carichi. Il nuovo polo è da valutare in chiave prospettica. Nelle mie intenzioni dovrà entrare a servizio nei prossimi due anni e mezzo. Sono ancora in corso tutte le valutazioni riguardo a come lo vogliamo impostare. E ci stiamo anche guardando intorno per individuare la migliore soluzione al caso nostro.
Il vostro punto di vendita standard?
La peculiarità della nostra rete è data dal negozio di 1.000 mq di superficie di vendita alla quale aggiungerne quasi altrettanta per le attività di movimentazione. L’assortimento è di oltre 2.000 referenze a marchio proprio, tra cui linee di prodotti salutistici, per intolleranti, vegani o vegetariani, prodotti Dop e Igp. Banco servito per carne e salumeria, servizio di doratura del pane, reparto ortofrutta strategico e incremento degli spazi non-food.
Una valutazione sulla Mdd rispetto alla vostra vocazione di retailer nazionale?
Registriamo una buona uniformità di performance sull’intera rete. Nel grocery abbiamo raggiunto l’85% di incidenza. Noi siamo in fase di sviluppo assortimentale, alla ricerca di prodotti e categorie nuove, ma anche con una rivisitazione delle formulazioni.
Cosa si aspetta dall’arrivo di Aldi e Leader Price?
Porteranno innovazione e curiosità. Non credo che verranno in Italia a replicare soluzioni di vecchio stile. Saranno stimolanti.
In quest’ottica ci sono state turbolenze con i fornitori?
Nessuna. Registriamo la massima collaborazione. E non credo sia un quadro destinato a cambiare.