Gluten free premiante e omnichannel

Il retail potenzia l’assortimento allargando le categorie per intercettare un fenomeno di costume legato al benessere e possibilmente alle valenze biologiche vere (da Gdoweek n. 16)

Quinoa, grano saraceno, semi di chia, semi di girasole, miglio e ancora, farina di lenticchie e di castagne, sorgo, teff: sono tutti cereali e semi naturalmente privi di glutine. È a questo ricco granaio che attinge Schär, il leader in Italia del senza glutine, ma non solo. L’obiettivo è offrire gusto, qualità e benessere ai consumatori possibilmente senza stravolgere le abitudini alimentari e le modalità di consumo personali e della famiglia. Quello dei prodotti da forno in senso lato è un comparto dinamico per novità. Proprio grazie al granaio di riferimento. Vi sono contenuti tutti i cereali gluten-free che, insieme a riso e mais, offrono un’ampia varietà di sapori, di sostanze nutritive e una ricca esperienza gustativa. E per riportare in auge anche i cereali minori è nato nel novembre 2016 Re-Cereal, un progetto internazionale di ricerca per il recupero e la valorizzazione del patrimonio alimentare tradizionale dell’arco alpino, di cui, cereali come miglio, avena e uno pseudocereale come il grano saraceno fanno parte da sempre. Re-Cereal vede la collaborazione tra Schär e una rete di partner e campi sperimentali in Alto Adige, Carinzia e Friuli Venezia Giulia, dedicati allo studio approfondito di questi cereali dimenticati. Per mezzo di attività di miglioramento genetico tradizionale e di ottimizzazione delle tecniche agronomiche, Re-Cereal ha l’obiettivo di ridare nuovo impulso a questi grani pregiati nell’area alpina e di ottimizzarli dal punto di vista della resa e della qualità, per promuoverne l’utilizzo nell’alimentazione senza glutine e in quella tradizionale. I risultati conclusivi del progetto sono attesi per marzo 2019.

Ma il successo del senza glutine trova consolidamento dalla sua uscita dalla posizione para medicale e dall’aver trovato posto nel largo consumo. A determinare questa svolta è soprattutto l’aumento del numero di prodotti in cui l’industria ha scelto di indicare on-pack la non presenza di glutine, con il conseguente incremento statistico delle referenze e del volume d’affari. L’allargamento del bacino dei consumatori che limitano il consumo del glutine per una libera scelta personale, ha spinto anche la grande distribuzione ad ampliare spazi e offerta, ormai estesa a ogni categoria merceologica. Il mondo gluten free è distinto in due macro-segmenti: i prodotti che riportano l’indicazione “senza glutine” sulla confezione e quelli con la spiga barrata, concessa dall’Associazione italiana celiachia alle aziende che ne facciano richiesta e i cui prodotti dimostrino il rispetto di precisi requisiti di sicurezza. I primi rappresentano già secondo Nielsen l’11,8% delle referenze specifiche sul mercato, ma soprattutto si segnalano per dinamismo commerciale (+4,1% su base annua).

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