Inflazione al consumo, aumento dei costi di produzione, scarsità di materie prime e di componenti essenziali, cambiamento climatico e stagionalità estreme: sono le quattro zavorre che pesano gli acquisti nella gdo, provocando con crescente frequenza il fenomeno degli scaffali vuoti.
Lo studio di GS1 Italy sull’out-of-stock
Ad analizzare il fenomeno dell’out-of-stock è uno studio di GS1 Italy, presentato nel corso di un webinar organizzato da quest’ultima in collaborazione con Circana.
Dopo un 2022 particolarmente complesso e difficile per le aziende, tanto da aver fatto ripartire il fenomeno degli scaffali vuoti in gdo (3,7% di tasso di out-of-stock) e aver aumentato le vendite perse (arrivate al 5,1%), il primo trimestre 2023 ha confermato questo trend: il tasso di out-of-stock è aumentato di +0,2%, arrivando al 3,5%, interessando in modo crescente i prodotti e le categorie a più alto valore unitario, per cui la gestione della profondità assortimentale è diventato un fattore critico. Questo ha determinato una crescita di +0,6% delle vendite perse, che hanno toccato quota 4,7%.
Le quattro zavorre che pesano sui consumi
Ad aver determinato questo scenario sono soprattutto quattro fenomeni.
La forte pressione sui costi ha spinto in alto i prezzi sugli scaffali del largo consumo. Rispetto al gennaio 2019, a dicembre 2022 i prezzi alla produzione dei comparti industriali alimentare, bevande e tabacco sono saliti del 25% e quelli medi di alimentari confezionati e bevande nel retail di +16%. Alla diminuzione della rotazione dei prodotti a scaffale si è aggiunto il ritorno alla crescita del tasso di out-of-stock (+0,2% per supermercati e ipermercati di vicinato, +0,3% per i grandi supermercati), arrivato al 3,7% contro il 3,5% del 2021.
Il secondo freno è legato all’aumento dei costi di produzione. La crisi energetica, alimentare ed economica generata dal conflitto in Ucraina ha determinato una minor disponibilità di materie prime e, di conseguenza, un contingentamento della produzione. E questo ha diminuito la disponibilità a scaffale di alcuni prodotti: un caso particolare è quello degli oli di semi e pasta di semola.
Il terzo fenomeno di rilievo è la scarsità di materie prime e di componenti essenziali, come l’anidride carbonica. L’effetto su alcuni mercati è stato significativo, com’è avvenuto nelle acque minerali. Infine pesa il fenomeno del cambiamento climatico e della stagionalità estreme, con una particolarità. Il 2022 è stato l'anno più caldo e siccitoso da quando si hanno rilevazioni attendibili, ma questo non ha determinato degli impatti a scaffale. Infatti, nei mesi con i maggiori rialzi delle temperature non si sono registrati picchi nell’andamento dell’out-of-stock.