L’inflazione è da quasi due anni stabilmente la prima preoccupazione degli italiani. Oltre quattro famiglie su dieci dichiarano di vivere una situazione molto o abbastanza problematica dal punto di vista economico e solo il 36% degli italiani riesce a risparmiare qualcosa a fine mese. Il timore per ulteriori insaprimenti dei prezzi, in cima alle preoccupazioni dei consumatori da novembre 2022, non può che generare cautela nei consumi di beni durevoli.
Percezione critica

Nel primo semestre del 2024 gli italiani hanno mostrato poco interesse ad acquistare beni durevoli, comportamento influenzato principalmente dall’inflazione (reale e percepita), dalla situazione geopolitica e dall’incertezza per il futuro. Secondo l’Osservatorio Findomestic (Gruppo Bnp Paribas - indagine realizzata in collaborazione con Eumetra e Research Dogma) il sentiment degli italiani verso l’acquisto di beni durevoli (inteso come: “è un buon momento per fare acquisti?”) appare incerto: solo due mesi, febbraio e maggio, presentano una tendenza in positivo mentre gli altri mesi sono in negativo, marzo e giugno pesantemente in negativo con un -19,9% e -16%, rispettivamente. Il dato sulle intenzioni d’acquisto, cioè, l’intenzione di fare acquisti nei prossimi tre mesi, mostra un andamento abbastanza negativo: maggio appare il mese con maggiore “ottimismo” per gli acquisti di beni durevoli e marzo quello in cui i consumatori mostrano il maggior interesse per i prodotti tecnologici.
“Solo il 6% degli intervistati ha pensato che la situazione economica del Paese potesse migliorare nel corso del 2024 e soltanto il 7% riteneva possibile un aumento dei salari nei successivi 12 mesi. E così la maggioranza degli intervistati ha previsto che nell’arco dell’anno sia la capacità di risparmio della propria famiglia (57%) che quella di spesa (56%) fosse destinata a peggiorare” commenta Claudio Bardazzi, responsabile Osservatorio Findomestic. “Insomma - prosegue Bardazzi - nonostante che l’inflazione cali e la preoccupazione per il caro prezzi scenda sui livelli più bassi degli ultimi 12 mesi continua a prevalere il pessimismo, anche perché, così come rilevavamo nella seconda metà del 2023, 9 famiglie su 10 lamentano stabilmente problemi economici, molto o abbastanza seri per il 40%, limitati per, il 49%”.
Intenzioni d'acquisto
Nel settore tecnologia le intenzioni d’acquisto di Pc e telefonia guadagnano terreno (rispettivamente +3,1% e +1%), all’opposto di Tv (-11,8%) e tablet (-15,5%). In calo anche gli elettrodomestici. A febbraio, il 40% delle famiglie si trova in difficoltà economica. Le intenzioni d’acquisto per i tre mesi successivi calano di oltre l’8%: gli italiani programmano i viaggi primaverili ed estivi (+10,8%), ma non l’acquisto di auto nuove o usate. Nell’ambiente domestico flessione a doppia cifra per impianti di isolamento termico (-19,5%) e piccoli elettrodomestici (-11,4%). Arretrano anche i grandi elettrodomestici (-6,3%), i mobili (-4,5%), gli infissi (-2,4%) e le caldaie a condensazione e biomassa (-0,9%). Al contrario risultano in crescita pompe di calore (+8,3%) e impianti fotovoltaici/solari termici (+6,5%). Nel mese di marzo cresce la propensione ad acquistare tecnologia ed elettrodomestici. Fotocamere (+18,9%), Pc (+17,1%) e tablet (+16,8%) sono i prodotti sul podio per tasso d’incremento delle intenzioni d’acquisto a tre mesi. Crescita sostenuta anche per piccoli elettrodomestici (+13%) e Tv (+11,8%). In positivo anche la telefonia (+7,2%), i grandi elettrodomestici (+3,8%) e i mobili (+3,4%). “Per oltre 6 italiani sui 10”, commenta Claudio Bardazzi, “l’inflazione resta il timore principale anche se continua a calare la percentuale di chi percepisce i prezzi ancora in forte aumento. Segue tra i timori più avvertiti quello per il calo del potere d’acquisto che porta oggi 9 su 10 a dichiarare di non avere una piena tranquillità economica, anche se per il 50% si tratta solo di problemi di piccola entità. Questa situazione di preoccupazione continua a frenare la propensione al consumo. Molti rinviano gli acquisti più importanti a tempi migliori anche quando sono nelle condizioni di poter spendere e chi può cerca di risparmiare: nonostante che la metà degli italiani non riesca tutt’oggi a mettere da parte a fine mese neanche un euro del reddito guadagnato, quelli che ce la fanno accantono mediamente il 10%, un dato in aumento di due punti rispetto al mese precedente”.
Potere d'acquisto e propensione
L’inflazione rimane ancora la principale preoccupazione per gli italiani (per quasi 6 su 10), unita al calo del potere d’acquisto (al secondo posto tra le preoccupazioni più avvertite), continua a frenare la propensione all’acquisto a tre mesi: -7,8%. Tranne i tablet (+3,8%), gli altri segmenti della tecnologia sono tutti in negativo: telefonia (-12%), Pc (-7,7%), Tv (-5,6%) e fotocamere (-4,2%). Si allineano al trend negativo anche gli elettrodomestici (grandi -1,2% e piccoli -4,2%). Hanno beneficiato dell’arrivo dei mesi caldi, invece, le ristrutturazioni domestiche (+2,9%), il fai-da-te (+3,6%), i viaggi (+5,5%) e soprattutto il segmento delle attrezzature e abbigliamento sportivi (+19,3%).