Festività positive dal punto di vista del business, anche se con performance diverse a secondo della location dei punti di vendita e con assortimenti che hanno dovuto fare i conti con mancanze ormai tipiche in questo periodo, come farina, lievito e uova. Questo il parere di Eurospin, che, nonostante questa situazione, ha registrato incrementi importanti di vendita, soprattutto in quegli store che, per questioni di distanziamento sociale e mobilità ridotta, avevano registrato qualche sofferenza.
“Alcune categorie stanno soffrendo, soprattutto i freschi, come pesce, pane e anche latte, ai quali vengono preferite le versioni con scadenze più lunghe, come surgelati, confezionati e uht -ci dicono dall’azienda-. Anzi, in alcuni casi abbiamo dovuto ricorrere anche a nuovi fornitori per garantire i prodotti a scaffale con costi che, rispetto ai nostri standard, sono andati alle stelle, ma non è comunque il caso di lamentarsi”.
A proposito di aste
Niente aste, in questo periodo allora? “Il tema delle aste fa parte della nostra mission come strumento per garantire ai nostri consumatori il prezzo giusto per la qualità definita nei nostri capitolati -chiariscono da Eurospin-. Si tratta di uno strumento molto utilizzato che garantisce la massima trasparenza tra le parti: si evitano contatti e situazioni che possono alterare le scelte, tutto è definito; lo si usa negli appalti, lo utilizza la pubblica amministrazione per offrire la massima chiarezza e trasparenza. Anche per noi è così, sulla base del nostro codice che ci porta a non trattare con fornitori o altri che seguono pratiche illegittime e non sostenibili, con prezzi minimi garantiti. Per noi le polemiche lasciano il tempo che trovano …”.
Costi e previsioni
Si possono già fare ipotesi sull’andamento a sei mesi. “È presto per fare bilanci -precisa il retailer-: le stime ci indicano che le vendite sono cresciute, ma i margini sono stati di fatto assorbiti dai maggiori costi sostenuti a livello di procedute di sicurezza, per la clientela e soprattutto a livello di personale nei reparti (ad esempio nell’ortofrutta, sono stati raddoppiate gli addetti presenti) piuttosto che all’ingresso per gestire meglio il flusso dei consumatori. Per questo abbiamo fatto ricorso sia al mondo interinale per sopperire alle eventuali assenze per quarantene sia all’integrazione di personale proveniente da una società di ristorazione del gruppo, per alleggerire la situazione e garantire l’efficienza del servizio”.
eCommerce: una nuova prospettiva
Il retailer sta testando delle opzioni, convinto che il fenomeno manterrà per un numero maggiore di consumatori il suo appeal anche dopo la fine dell’emergenza. “Ci vorrà del tempo ancora per costruire un sistema, anche perché eravamo convinti che, ad esclusione delle grandi città, la capillarità della nostra rete sopperisse a queste esigenze di spesa online. Stiamo lavorando per capire le formule più adatte, tra l’home delivery e il drive, ma ci adegueremo al mercato, convinti che niente sarà più come prima. Speriamo in meglio”.