Il ruolo delle informazioni nel retail: questa la premessa per l'intervento di Bernardo Caprotti, presidente di Esselunga, che, ospite al seminario: “La pianificazione e il controllo di gestione nel retail”, organizzato da Steering e Oracle, ha fornito spunti e riflessioni sul ruolo del retail e sulla situazione di oggi con un approccio pragmatico, semplice e diretto. Il suo stile aziendale.
Il mestiere del retailer
“Al contrario di quel che molti pensano, anche fra gli imprenditori di altri settori, il mestiere del retailer è difficile e complesso, richiede un'attenzione spasmodica ai dettagli. Un mestiere in continua evoluzione, che si impara dall'esperienza sul campo, dagli errori compiuti. In questo contesto, l'informatica è uno strumento di ottimizzazione dei processi logistici, strategica, quindi, per servire in maniera ottimale negozi e consumatori”.
Gestire le informazioni
“Per questo, ai retailer servono pochi dati, 'veri' e rigorosi, obiettivo non semplice vista l'enorme mole oggi disponibile. Anzi, il rischio dell'informatica è proprio che produca troppi dati, ma poca informazione. Ed invece è di queste che ogni retailer ha bisogno, per costruire assortimenti e stabilire con precisione tempi, percorsi, posizioni delle merci, sia nelle piattaforme sia nei punti di vendita”.
Gli elementi base
Location, format, logistica delle merci e logistica del cliente, quest'ultima intesa come lo sforzo di creare percorsi interni che facilitino i clienti durante la spesa: sono questi gli elementi su cui ogni retailer deve concentrarsi. “I negozi vanno realizzati pensando ai clienti: per questo, Esselunga li fa sempre uguali, avendo codificato procedure, percorsi, attrezzature, materiali”.
Le insegne inossidabili
Bernardo Caprotti ha indicato anche alcune insegne che considera punti di riferimento, ieri, oggi e nel prossimo futuro: Aldi, “il numero uno al mondo”, Waitrose, Kroger, Morrison, Wegmans, “la più bella catena: non vogliono diventare grandi perché sanno che la dimensione si concilia male con un lavoro sofisticato come quello richiesto dai loro negozi di 8.000 mq solo di alimentare. In Esselunga, seguiamo la loro scia: siamo convinti che diventare troppo grandi possa essere un pericolo mortale”.
Lo sviluppo
Valutazione, questa, che, comunque, non esclude la crescita: anzi, nel 2009, Esselunga sbarcherà a Torino con due superfici, cui si aggiungeranno altre 2-3 aperture. “Non mancano negozi da rottamare, per usare un gergo automobilistico: vale per la maggiore parte della gdo italiana e anche per Esselunga, che ne ha circa una ventina. Ci lavoreremo”.
Le prospettive del 2009
Sull'attuale situazione economica, Caprotti si dichiara preoccupato. “Siamo all'inizio di una situazione complessa, un tunnel da cui molti non usciranno vivi. Il 2009 sarà un anno difficile e i nodi verranno al pettine a febbraio-marzo, ma i segnali ci sono già: in Esselunga registriamo incrementi consistenti nelle vendite di pesce azzurro e pollo, a scapito di prodotti più pregiati come branzino e manzo. Preoccupa soprattutto questa iniezione di liquidità, che potrebbe portare a un ritorno dell'inflazione a livello mondiale”. L'innovazione è una strada per uscirne? “Sì, ma richiede tempi lunghi, difficili da sostenere in mezzo a una crisi che ci obbliga a realizzare fatturati con spese di minore valore economico. Ci vorranno soprattutto nervi saldi”.