Il termine nasce da Samsung 837, uno spazio importante nel meatpack district a Manhattan; non chiamatelo negozio: è una “destinazione culturale” o, se preferite, un “parco giochi digitale”, ma non si vendono oggetti, si offre esperienza. Di esperienzialità parliamo da tempo, però, fino ad ora, era una delle dimensioni del retail, non l’unica. Invece molto è cambiato: Apple ha aperto le danze introducendo un concept retail in cui lo scaffale è diventato tavolo e il focus si è spostato dal prodotto all’interazione con esso. Samsung si spinge oltre: 837 racconta non l’oggi, ma il domani, dalla cucina IoT, allo schermo mobile più grande, al mondo dove catturare un selfie, al Music Studio per un breve jamming o all’immersione nella social Galaxy experience. Stupore e divertimento. Comincia la nuova era dei flagship esperienziali.
Esperienzialità, il prossimo mantra retail
Un nuovo termine in arrivo dagli States: “unstore”, la traduzione? Non-negozio, punto d’arrivo per una società in cui le scelte di spesa si formano sempre più online ... (da Gdoweek 9 - 2016)