Malgrado l’aria che tira non preannunci nulla di buono, per il mondo del retail food, dal punto di vista dei consumi, le cose non sembrano andare così male. La capacità delle insegne di centellinare gli aumenti e la politica di rafforzamento della marca privata, da parte di tutti i player della gdo, sta dando i suoi frutti e il carrello degli italiani tiene nonostante l’inflazione. Non è però lo stesso carrello della pre-pandemia, come il Rapporto Coop ci racconta: gli italiani si trovano oggi più attenti alla salute, con crescite a tre cifre di alimenti sportivi, kefir e salumi veg. Soffrono, invece, gli alimenti per l’infanzia, d’altra parte ci sono sempre meno bambini, i ready-to-eat e, più in generale, tutto ciò che è pronto al consumo, dai frullati ai kit per le merende.
Questo cosa significa? Che nella tempesta perfetta, che oggi stiamo vivendo, gli italiani arrivano con il loro piano b, quello già sperimentato, per altri motivi, durante l’emergenza Covid; rientrati in cucina, non ne usciranno tanto presto, ma sono assolutamente convinti che a tutto si può rinunciare tranne che a un buon pasto.
Quindi, sempre facendo riferimento al Rapporto Coop, risparmieranno sulle uscite al ristorante, ridimensioneranno le loro vacanze e le spese in abbigliamento, ma, a differenza del passato, le vivranno meno come rinunce obbligate, ma piuttosto come scelte possibili. Ancora una volta l’allenamento imposto nel passato li ha resi più sportivi, senza passare dalla palestra; più attenti a ciò che mangiano e quindi attenzione alla qualità di frutta e verdura; il ristorante, dopo il boom delle riaperture, non è più così indispensabile, meglio un aperitivo eventualmente, altrettanto sociale ma meno dispendioso. Ed infine, lo smart working ha reso, anche al ritorno negli uffici, più libera la scelta dell’abbigliamento, ormai poco formale ovunque: sparite le cravatte e i tacchi vertiginosi. Gli italiani al lavoro, in casa o fuori, approcciano la vita in modo più easy, quindi, anche l’abbigliamento non è più in cima alla lista degli acquisti.
Ci aspetta, quindi, un autunno e un inverno non semplici, gli italiani lo sanno, ma sapranno reagire; l’importante oggi è che le aziende siano in grado di fare la stessa cosa.
Editoriale Gdoweek n. 14, 30 settembre 2022