De’ Longhi, conti 2022 sulla difensiva

Lo scorso esercizio si è chiuso con i principali indicatori in leggero calo alla luce del difficile contesto di mercato

“Il 2022 è stato un anno di grandi sfide e complessità, caratterizzato da eventi politici straordinari e imprevedibili e da dinamiche macroeconomiche (su di tutto le pressioni inflazionistiche) che hanno avuto impatti rilevanti sulla crescita e sulla profittabilità dell’intero settore”. Si apre così la relazione di bilancio di De’ Longhi, a indicare il contesto complicato nel quale si è trovata a operare la multinazionale italiana di elettrodomestici.

I risultati dell’anno

Lo scorso esercizio si è chiuso con ricavi per 3,19 miliardi di euro, in calo del 5,9% a cambi costanti, mentre l’Ebitda adjusted (indicatore dell’attività caratteristiche di un’azienda, al netto di poste straordinarie) è sceso dal 16% all’11,5%. Di conseguenza l’utile netto è passato dal 9,7 all’11,15% dei ricavi, ma comunque l’ultima riga di bilancio ha chiuso in positivo, per 177,4 milioni.

Alla luce di questi risultati, il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,48 euro per azione, pari ad un pay-out ratio (quota rispetto al totale degli utili generati del 41%.

Stock da ripensare

“Sono molto soddisfatto di come il gruppo ha saputo reagire di fronte allo scenario straordinariamente sfidante e complesso che si è venuto a creare nel 2022, considerando come tale scenario abbia portato a un deterioramento della fiducia e potere d’acquisto dei consumatori”, sottolinea in una nota l’amministratore delegato Fabio de’ Longhi.

L’eccesso di accumulo di scorte nei primi nove mesi, ricorda, ha richiesto l’implementazione di “misure straordinarie atte a riportare il magazzino sotto controllo e a ridurre di conseguenza i costi straordinari generati dalle inefficienze produttive e dalla gestione dello stock”.

Nuove incognite all’orizzonte

Quanto all’anno in corso, aggiunge l’ad, è iniziato in un contesto non molto dissimile dalla seconda parte del 2022, “che ci lascia prevedere un progressivo miglioramento del clima economico e dei consumi nella seconda metà dell’anno dopo una partenza difficile, segnata da un ulteriore de-stocking da parte della distribuzione a cui si sommeranno gli effetti della nostra scelta strategica di uscire dal mercato del condizionamento mobile negli Stati Uniti e dello sfidante raffronto con la straordinaria crescita dei primi mesi dei precedenti due anni”.

In questo contesto, l’azienda stima di chiudere l’anno con ricavi in leggera flessione ed un Ebitda adjusted nell’intervallo di 370-390 milioni di euro.

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