Coop Italia prevede di chiudere il 2021, in termini di fatturato e principali indicatori di conto economico, in linea con il 2020. Il gruppo cooperativo si aspetta quindi ricavi complessivi pari a 14,4 miliardi di euro con una quota di mercato stabile al 12,4%. Lo ha detto Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e Ancc-Associazione nazionale cooperative di consumo, nel corso della presentazione del nuovo Rapporto Consumi Coop 2021 . Maura Latini, amministratrice delegata di Coop, ha aggiunto molto chiaramente che Coop non ha alcuna intenzione di farsi carico di aumenti di listino soprattutto se ingiustificati o speculativi.
Il rischio di una domanda interna bassa
"Ci lasciamo alle spalle un 2020 impegnativo che è stato affrontato da Coop con determinazione e comunque un anno che ha generato un miglioramento importante nella gestione caratteristica delle grandi e medie Cooperative, con un ritorno all’utile in quasi tutte –commenta Marco Pedroni–. Continueremo a percorrere questa strada di miglioramento economico delle nostre cooperative in un 2021 che inevitabilmente con la riapertura dei consumi fuori casa rallenterà le vendite. Prevediamo di chiudere l’anno con un fatturato retail in linea con quello del 2020. Confermiamo la nostra volontà di essere un presidio e un punto di riferimento per tutti gli italiani qualunque sia la loro condizione sociale. Si profila infatti una situazione in cui la domanda interna resta bassa, mentre si rischia di far pagare al consumatore i forti aumenti delle materie prime e dell’energia. L’inflazione da costi esterni può avere effetti depressivi importanti sulla congiuntura economica. C’è bisogno di dirottare risorse e politiche più incisive a favore dei consumi agendo per esempio sulla defiscalizzazione di prodotti sostenibili e c’è bisogno di una legislazione di scopo per la riconversione dei centri commerciali. Stiamo parlando di superfici estese da riqualificare e da recuperare anche in funzioni diverse da quelle commerciali, per ruoli multifunzionali e di servizio (pubblico e privato) per la comunità; interventi di questo tipo sono anche utili a frenare l’espansione edilizia e il consumo di suolo che in Italia continuano a crescere, a dispetto delle direttive dell’Unione Europea".
In questo scenario di tensione inflattive sui prezzi all'acquisto (sell-in) e sui prezzi al consumo (si pensi alle bollette) "un’organizzazione come Coop ha una grande responsabilità, quella di riuscire a trovare convergenze fra ciò che offriamo, e penso ai nostri prodotti, la qualità che ci sta dentro e l’accessibilità del prezzo. Responsabilità che è acuita, se possibile, dal progressivo declino della marca industriale -precisa Maura Latini-. Toccherà ai retailer interpretare le esigenze dei vari segmenti di mercato. È su questo punto di equilibrio che concentriamo il nostro modo di essere cooperative di consumatori. Per quanto riguarda il prodotto a marchio, stiamo parlando di più di 5.000 prodotti, quasi 3 miliardi di fatturato. Più di altri lavoriamo su versanti che anche dalla lettura del Rapporto Coop si rivelano sempre più urgenti come il grande tema della sostenibilità intesa come ambiente, ma anche come etica. Siamo stati i primi a promuovere l’allevamento senza antibiotici e gli unici per ora a espellere il glifosato dalla coltivazione dei nostri prodotti freschi. Per citare un dato, la nostra scelta del non impiegare antibiotici in allevamento nelle filiere Coop con i nostri oltre 100 milioni di avicoli coinvolti complessivamente è stato uno degli acceleratori principali per portare il comparto dell’avicolo ad una riduzione complessiva degli antibiotici di quasi il 90% a livello nazionale nell’ultimo decennio".
"Il nostro obiettivo -ribadisce Pedroni- è fornire un cibo buono, sicuro e sostenibile per tutti, accessibile a tutte le fasce di reddito. Abbiamo preso impegni importanti con le istituzioni europee; impegni non di facciata e tutti volontari come l’adesione alla Pledging Campaign volta a promuovere l’utilizzo della plastica riciclata e al Codice di Condotta Responsabile che ci spinge verso obiettivi sfidanti e da rendicontare in materia di cibo salutare e sostenibile. E poi c’è il Pnrr e la grande occasione che un buon indirizzo di queste risorse può generare, a partire dal sostegno della domanda dei redditi più bassi".