In via cautelativa, il Ministero della Salute ha disposto che i generi alimentari prodotti o confezionati in Giappone dopo l'11 marzo 2011 -cioè dopo l'incidente di Fukushima- in arrivo in Italia debbano essere sottoposti a specifici controlli per la ricerca di radionuclidi da parte dell'Ispezione Frontaliera (PIF) e degli Uffici di Sanità Marittima Aerea e Frontaliera (USMAF).
Un provvedimento assolutamente giustificato, ma che occorrerò mantenere in essere a lungo, se si considera che -secondo una recente ricerca condotta da Greenpeace in Ucraina- a 25 anni di distanza dal disastro nucleare di Chernobyl rivela ancora alti livelli di contaminazione radioattiva in molti alimenti di base, sia di origine animale (latte), sia vegetale (funghi).