In Italia nel 2021 le vendite di vino biologico nel retail alimentare (iper+super+lsp+discount) hanno raggiunto i 46,5 milioni di euro, per una crescita del 3,7% rispetto al 2020, un dato sostanzialmente in linea con le tendenze che hanno interessato il vino convenzionale. E', questa, una delle prime evidenze emerse nel corso di 'Vino bio: trend & sfide', evento promosso da FederBio e AssoBio e curato da Nomisma-Wine Monitor, e che si è tenuto a Vinitaly 2022.
Ipermercati e supermercati si confermano come i canali preferiti per l’acquisto di vino bio (46%), seguiti dalle enoteche (19%), dagli acquisti diretti dal produttore/in cantina (15%) e dai negozi alimentari specializzati in prodotti biologici (10%); mentre la quota di consumatori che acquista vino bio soprattutto online raggiunge l’8%.
Emergono tendenze differenti fra le diverse tipologie. Secondo i dati NielsenIQ, a trainare le vendite di vino bio in Italia sono i vini fermi&frizzanti che, con 40,1 milioni di euro nel 2021, pesano per l’86% sul totale vino bio venduto nel canale retail: +4,5% rispetto al 2020, un trend decisamente migliore rispetto a quello che ha interessato nello stesso periodo i vini fermi&frizzanti non a marchio bio (-0,2%).
Degno di nota l’eCommerce: nonostante l’online rappresenti appena il 2% del canale off trade e le vendite abbiano decelerato rispetto al boom del 2020, gli acquisti online continuano a crescere a doppia cifra (+13,4% rispetto al 2020) e a orientarsi su prodotti di fascia di prezzo superiore. Il differenziale rispetto al vino bio venduto negli scaffali di iper e super è difatti del 10%.
“Le opportunità di crescita per il vino biologico sul mercato italiano sono molto alte - dichiara Silvia Zucconi, responsabile Market Intelligence di Nomisma -: non solo la consumer base è destinata ad aumentare negli anni a venire, ma l’interesse è collegato anche alla qualità che questi vini sono in grado di esprimere”.
Nel dettaglio, il 32% degli attuali wine user bio sarebbe intenzionato ad accrescere il consumo attuale se l’assortimento venisse ampliato: gamma più profonda, grandi marchi che introducono referenze a marchio bio oppure presenza nei negozi di scaffali dedicati ai soli prodotti bio.
Un ulteriore fattore che emerge come potenziale stimolo al primo acquisto di vino bio è la possibilità di effettuare assaggi in negozio, indicato dal 14% degli attuali non user.
Infine, un elemento che risulta trasversale sia tra gli user che tra coloro che non bevono vino bio è la necessità di avere maggiori informazioni per valutare valori e caratteristiche distintive dei vini a marchio biologici: tra gli user di vino bio, ben 1 su 3 lamenta di non avere informazioni sufficienti, quota che sale al 54% tra coloro che non hanno mai consumato vino bio.