L’articolo completo su Gdoweek n. 1 – 2016
Gli assortimenti a marchio dei retailer italiani per un buon decennio hanno vissuto un trend estremamente positivo (sino al 2013, la crescita era stata mediamente di quasi un punto percentuale annuo, ma in talune stagioni questo tetto è stato raggiunto e superato). Tutto sembrava indicare che tale onda non dovesse avere riflussi, principalmente perché testimonianza di un moto di adeguamento del mercato italiano a situazioni più in linea con altre esperienze consolidate in Europa. Il fatto che comunque -al di là degli evidenti successi- il panorama italiano avesse un gap consistente da recuperare rispetto a situazioni limitrofe, autorizzava a considerare tale divario equivalente a un potenziale ancora inespresso, destinato però a concretizzarsi. In realtà non è stato così: il 2014 ha messo in scena una brusca frenata, mentre il 2015 è risultato interlocutorio. Fino all’ultimo trimestre dell’anno la quota di mercato media degli assortimenti in private label ha danzato attorno al 18,2%: un dato confortante in ottica di arresto della contrazione precedente, ma che lascia in sospeso la questione fondamentale per gli operatori del settore: la corsa verso l’alto è destinata a riprendere?