Non se la passa bene il mercato pubblicitario e, con esso, tutta l'editoria. Non si tratta di una notizia ma di una semplice constatazione ribadita dai dati italiani relativi al primo semestre di quest'anno, recentemente resi noti da Nielsen.
Secondo la società di analisi, nei primi sei mesi del 2009 gli investimenti pubblicitari hanno registrato una flessione del 17,0% rispetto al corrispondente periodo del 2008, fermandosi a quota 4,48 miliardi di euro. Nel solo mese di giugno, la variazione sullo scorso anno è stata meno marcata (-14,2%), ma c'è da considerare che a giugno del 2008 la situazione degli investimenti pubblicitari era si già avviata al ribasso.
Tutti i grandi investitori (Wind, Unilever, Vodafone, Telecom It. Mobile, Ferrero, Barilla, Volkswagen, L'Oreal, Procter&Gamble e Fiat Div. Fiat Auto) hanno deciso nei sei mesi passati di stingere la cinghia degli investimenti, totalizzando 628 milioni che significano un -13,4% sul corrispondente periodo del 2008.
Non stupiscono nemmeno gli andamenti registrati da Nielsen per i singoli comparti di investimento: la televisione, considerando sia i canali generalisti che quelli satellitari (marchi Sky e Fox), ha mostrato una flessione del 14,2% sui sei mesi e del 10,6% sul singolo mese. La stampa, nel suo complesso, da gennaio ha registrato un calo del 25%, con i periodici diminuiti del 29,4% e i quotidiani a pagamento del 21,7%. In netta contrazione anche la raccolta dei quotidiani free/pay press (-27,1%). La raccolta pubblicitaria sulla radio è calata del 17,5% nei sei mesi e del 13% in giugno, e hanno segnato variazioni negative anche le affissioni (-28,9%), il cinema (-9,3%), il direct mail (-17,3%).
Conferma il proprio trend positivo solamente Internet che in controtendenza cresce del 7,9% raggiungendo 298 milioni di euro, mentre secondo Nielsen cominciano a emergere (51,4 milioni da gennaio a giugno) le performance del settore emergente chiamato “transit”, la pubblicità dinamica gestita da IGPDecaux su metropolitane, aeroporti, autobus e tram.