Chiuso il 2017 con una performance di tutto rispetto, +4,5% nel fatturato al pubblico giunto a quota 2,16 miliardi di euro, Aspiag Service, concessionaria Despar per Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Emilia Romagna, guarda al suo futuro a breve con determinazione e chiarezza: l’obiettivo è proseguire quell’espansione che dal 1991 l’ha portata a gestire una rete vendita diretta di 228 filiali, a cui aggiungere 343 dettaglianti indipendenti. “Stiamo crescendo senza fretta, in maniera solida, perseguendo il valore ai clienti, benessere ai nostri collaboratori, ai territori nei quali operiamo e portando avanti iniziative sociali volte alla maggiore sostenibilità del nostro business -dichiara Francesco Montalvo, amministratore delegato di Aspiag-. Vogliamo crescere mantenendo inalterate le nostre caratteristiche di fondo, il nostro credo, basato su superfici piccole/medie, riqualificazione di spazi urbani degradati, miglioramento della performance energetica dei nostri negozi, lotta agli sprechi alimentari e, soprattutto buone relazioni con fornitori e realtà dei territori”.
Parlate molto di crescita: in quali aree geografiche si indirizzeranno gli investimenti?
Abbiamo un piano importante che ammonta a 149 milioni di euro dedicati al miglioramento delle nostre infrastrutture già esistenti e all’apertura di nuovi punti di vendita. Lo scorso anno abbiamo inaugurato 21 strutture, tra filiali dirette e associati, oltre ad averne ristrutturati 10 per un investimento complessivo superiore ai 52 milioni di euro. Inoltre, nel 2017 abbiamo iniziato i lavori per un nuovo polo logistico a Monselice (Pd) che si estenderà su un’area di 32 ettari e darà un nuovo sostegno ai nostri progetti di espansione. Siamo entrati in nuovi territori: a Bologna nel quartiere San Donato con il superstore Interspar e a Modena con Eurospar. L’Emilia Romagna è certo un territorio cruciale per la nostra espansione, nel 2017 abbiamo inaugurato anche otto punti vendita al dettaglio associati. Per rimanere sui numeri, nel 2017 abbiamo “staccato” 77 milioni di scontrini, dei quali 5,6 milioni in Emilia Romagna e quest’anno vogliamo incrementare ancora questa quota.
Proprio l’Emilia Romagna è un campo di gioco difficile, con la forte presenza della cooperazione. Quali plus mettete in campo in questa sfida?
Di certo vogliamo mantenere le nostre caratteristiche di gruppo distributivo che continua a investire nel vicinato, nei punti di vendita di dimensioni più piccole ben inseriti nel tessuto urbano, il nostro credo anche a livello di gruppo europeo. Lasciamo ad altri la gestione delle grandi superfici che, soprattutto in questo momento, evidenziano una certa difficoltà nell’interpretare la domanda dei clienti e mostrano redditività sotto stress. Questo è evidente dalla struttura della nostra rete vendita che si compone di punti di vendita fino agli 800 mq a insegna Despar, fino a 2.000 mq a insegna Eurospar e tra i 2.000 e i 2.500 a insegna Interspar. Format distributivi che ci permettono di esprimere al meglio la nostra filosofia commerciale e che hanno un conto economico equilibrato. Perché, al di là di tutte le considerazioni che si possono fare, nel commercio è il conto economico che sancisce la riuscita del business.
La vostra storia è caratterizzata da una serie di attività con risvolti sociali importanti: in che modo questa responsabilità è un fattore competitivo importante?
Nell’interpretare al meglio il territorio. Pensiamo ai progetti di riqualificazione urbanistica: a Parma, a Bologna e a Modena, abbiamo convertito aree industriali dismesse, luoghi nei quali il degrado generava insicurezza tra gli abitanti del quartiere. Ora abbiamo consegnato alla cittadinanza edifici luminosi, poco impattanti sotto il profilo del consumo energetico e pieni di servizi, allontanando l’illegalità collegata al degrado degli spazi e creando posti di lavoro. Un miglioramento salutato con favore da tutto il tessuto locale che, dopo anni di immobilismo, ha apprezzato le nostre iniziative. Pensiamo al benessere dei nostri 7.832 collaboratori e alla loro formazione: ricerchiamo sempre nuovi talenti da inserire nella nostra rete. Inoltre, da qualche anno collaboriamo con Last Minute Market per ridurre gli sprechi alimentari e sostenere le associazioni caritatevoli locali: nel 2017 abbiamo recuperato e distribuito cibo per 5,9 milioni di euro a 200 onlus del territorio, all’incirca 2 milioni di pasti per i più bisognosi. Iniziative che ci qualificano e intendiamo continuare nel tempo.