Dopo tanto parlare di online e tante sperimentazione nei punti di vendita è tempo di prendere decisioni. Che il negozio sia un medium è un fatto, che sia trattato come tale, invece non lo è affatto. Se entriamo in molti supermercati con l’idea di leggere, di vivere, una storia che abbia un senso compiuto potremmo uscirne parecchio confusi. Ha ragione Kaufman, dicendo che, in molti punti di vendita, le corsie sono talmente illuminate da dare l’idea di essere in un ospedale, mentre i prodotti fanno loro da contorno senza grande enfasi, se non quando salgono alla ribalta per i loro prezzi stracciati. Rimettere il prodotto al centro, dargli la possibilità di interagire con il cliente, offrire al personale l’opportunità (e la giusta preparazione) di tradurne il valore è la sfida del retail oggi. Persone e prodotti che tracciano un filo narrativo che attraversa tutta l’esperienza d’acquisto. Bellissimo ... ma impossibile, fintantoché industria e distribuzione non inizieranno a parlare un’altra lingua, che vada oltre listini e percentuali, fintantoché la ripartizione del valore sarà aggiornata all’oggi e non a ciò che fu e ormai non c’è più.
Il negozio "come medium, come un teatro". Così Grégoire Kaufman a Linkontro Nielsen 2017 (da Gdoweek n. 10)