Il 26 giugno di 40 anni fa il primo codice a barre GS1 (allora UPC) veniva scansionato alla cassa di in un supermercato. Alle 8.01 del mattino in uno store a Troy nell’Ohio, Clyde Dawson acquistava un pacchetto di gomme da masticare Wrigley gusto juicy fruit e pagava 67 centesimi alla cassiera Sharon Buchanan, che scansionò per la prima volta il codice a barre stampato sul pacchetto di gomme.
Oggi, ogni giorno nel mondo, vengono letti più di 5 miliardi di codici a barre GS1 su ogni sorta di beni prodotti da milioni di aziende grandi e piccole. I codici vengono inviati a migliaia di computer di varie tipologie che utilizzano programmi software diversi sviluppati da aziende concorrenti per gestire le spedizioni, i magazzini, gli ordini, le vendite.
“Immaginiamo per un momento un mondo senza codici a barre GS1 -commenta Miguel Lopera, presidente e ceo di GS1-. Quanto sarebbero lunghe le code alle casse dei supermercati? Quanto sarebbe frustrante per i consumatori? Basta pensare a cosa succederebbe se per un solo giorno, al supermercato, gli scanner alle casse non funzionassero e gli addetti dovessero digitare a mano i numeri presenti sui barcode di ogni prodotto della spesa dei clienti”.
I codici a barre GS1 sono il segno più noto e universalmente riconosciuto del sistema di standard GS1: da quando sono stati inventati oltre quarant’anni fa, GS1 crea e gestisce standard che consentono ad aziende e organizzazioni in tutto il mondo di identificare in modo automatico prodotti, pallet e luoghi. I codici a barre GS1 consentono alle aziende di gestire con più efficienza la supply chain.
Per maggiori informazioni sul 40° compleanno del codice a barre GS1:
www.gs1.org/40thanniversary