Lezioni di coraggio da Oscar Farinetti, che nella sessione conclusiva di sabato 19 maggio de Linkontro Nielsen in Sardegna, intervistato da Maria Latella, ha raccontato la propria esperienza imprenditoriale e i propri desiderata per il futuro. A livello filosofico, la sintesi è certamente nella parola del momento richiesta dalla Latella: forse.
Il dubbio come metodo
“Tutti dobbiamo cominciare a porci dubbi e non pensare di avere sempre
ragione” -spiega Farinetti- che racconta di cambiare mestiere ogni dieci
anni. Tra i freni dell'Italia c'è la mancanza di cultura, di senso
civico e rispetto del prossimo, e ancora, che nei momenti di crisi
diventiamo egoisti e cinici, “mentre sarebbe il momento di rinunciare a
favore della solidarietà”.
Ci salverà la bellezza
Che cosa invece può salvarci, nello “scenario catastrofico della società
dei consumi che sta chiudendo bottega”? Non ci sono dubbi, la bellezza:
agroalimentare, della moda, del design, dell'industria manufatturiera
di precisione e del turismo. Ma bisogna andare a venderla all'estero: e
qui Farinetti esorta i retailer italiani a spingersi fuori dai confini
della Penisola.
Il massimo godimento è assumere
Il tema del coraggio richiama subito quello della paura, anche perché da
ottimista quale tutti conosciamo Farinetti, oggi si dichiara
catastrofista proattivo. “La paura è una componente fantastica del
successo, senza la paura la creatività si ferma, e le componenti della
creatività sono paura, coraggio e impegno”. Ma in quale chiave? La paura
va abbinata all'amicizia “perché risolvi meglio e crea armonia”; il
coraggio “è un grande creatore di felicità, e coraggiosi si può
diventare”; l'impegno, perché “il massimo godimento è assumere”.
Totalmente contrario ad ascoltare il consumatore
In queste giornate de Linkontro abbiamo sentito parlare spesso di
ascolto dei consumatori: il punto di vista di Farinetti è piuttosto
eccentrico “Per l'amor di Dio, sono totalmente contrario a questo modo
di fare marketing, odio fare lo spione nei confronti del consumatore”.
L'analisi prima di aprire una nuova impresa è fondamentale, come
dimostrano gli anni passati dalla prima idea di Eataly (2004) alla prima
apertura (2007), ma nel rispetto del consumatore, o meglio del
“coproduttore”, perché “mangiare è un atto agricolo”, e con l'obiettivo
di “creare grandi luoghi di armonia”. Rispetto, armonia, fiducia,
amicizia, poesia... si potrebbe forse parlare di business caldo, e non
freddo?