Mangiare la pizza all'interno delle mura di casa è un'esperienza consueta per 9 italiani su 10, con una media di almeno 1 volta a settimana per il 22,4%, secondo quanto emerso dalla ricerca condotta da AstraRicerche per Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica. Anche se circa la metà degli intervistati teme che la qualità della pizza da asporto non sia come quella desiderata, a causa del tempo che passa dalla cottura al consumo.
Di qui il ruolo chiave svolto dal contenitore, di cui annualmente in Italia vengono prodotti 620 milioni di pezzi (450 per il mercato estero e circa 170 per quello interno). Non a caso considerato molto importante dal 45% degli intervistati, ancor più di altri parametri quali il rispetto dei tempi di consegna della pizza (43,4%) e la velocità nell'ordinazione (37.9 %).
Qualità doc per contenuto e contenitore
A innovare e migliorare ulteriormente la qualità dell'imballaggio ci ha pensato un pool di esperti: Enzo Coccia, maestro pizzaiolo napoletano dal 1973; il Molino Caputo per la farina di alta qualità e l'azienda Annalisa per i pomidoro San Marzano dop; il Gruppo Seda, produttore di imballaggi e FutureBrand, agenzia di brand design, per la parte creativa. Che, in collaborazione con Comieco, ha ideato un contenitore salvapizza -il cui prototipo è stato recentemente presentato a Napoli- progettato per preservare il profumo e il sapore della vera pizza napoletana, ma anche per rispettare l'ambiente grazie alla struttura cartotecnica che consente all'imballo un facile riciclo.
Fessure salvafreschezza
Oltre a garantire le condizioni igienico-sanitarie - al secondo posto (53,6%) nei criteri di selezione della pizzeria subito dopo la qualità stessa della pizza (63%)- imprescindibili per un contenitore come questo che risulta idoneo ad accogliere un prodotto alimentare perché realizzato con carte vergini stampate con inchiostro alimentare, il nuovo prototipo, in cartoncino microonda, permette alla pizza di 'respirare' grazie alle apposite fessure laterali, che consentono al vapore di uscire ma proibiscono all'aria di entrare, preservando più a lungo il profumo e la fragranza della pizza.
Coperchio riciclabile
Nella realizzazione del salvapizza, inoltre, particolare attenzione è stata dedicata alle possibilità di riciclo del contenitore usato. Il cartone del prototipo di salvapizza, infatti, può essere facilmente diviso in due parti: la parte superiore, quella non intaccata da sugo e mozzarella, può essere così staccata e finire tra i materiale 'buoni' da riciclare. Un elemento significativo se si pensa che, secondo quanto emerso dalla ricerca, l'85,3% degli intervistati utilizza il cartone proprio come piatto per mangiare la pizza e, se ben 1 italiano su 6 butta -per scelta o necessità- il cartone nella raccolta indifferenziata, ben il 70,6% lo butta, invece, nella raccolta differenziata della carta.