Elettrodomestici, una proposta per la competitività e la transizione energetica

Applia mostra uno studio di settore del comparto che pesa per 1 % sul PIL italiano con 114 miliardi di euro , ma che necessita di nuovi incentivi

Una proposta di legge di incentivo del comparto elettrodomestici che ha un peso economico di 114,1 miliardi di euro di fatturato di 20,2 miliardi di euro di valore aggiunto rappresentando l’1% del Pil italiano è stata al centro del convengo di presentazione del rapporto “Il valore della filiera degli elettrodomestici per la competitività e la transizione sostenibile e circolare del Paese” tenutosi alla Camera dei Deputati organizzato da Applia Italia l’Associazione Confindustriale dei produttori di elettrodomestici.
A presentare la proposta Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati. Una proposta, tuttavia, già presentata in occasione delle precedenti manovre di bilancio e mai entrata in vigore. La nuova normativa rappresenterebbe un incentivo agli acquisti di elettrodomestici che potrebbe arrivare fino al 30% di sconto, in proporzione al reddito. Lo scopo, oltre a r fare risparmiare le famiglie, porterebbe a un rinnovo del parco elettrodomestici di oltre 10 anni con un considerevole risparmio energetico. Inoltre, si aiuterebbe la filiera degli elettrodomestici e della componentistica oltre che attivare l'industria del riciclo.

Stimolo al mercato

Paolo Lioy, presidente Applia, per dare maggiore forza alla proposta di incentivo, ha commissionato lo studio di settore di The European House Ambrosetti, dando valore al comparto. Gli elettrodomestici hanno infatti 11.000 aziende all’attivo con 550.000 occupati Un settore che rappresenta il 58% dei consumi energetici casalinghi e che con il rinnovo del parco proposto con l’incentivo consentirebbe a ogni famiglia il risparmio del 60% dell’energia per un importo di circa 150 euro annui.
Già l’introduzione della classe energetica ha permesso in passato ai consumatori di rivedere i propri acquisti, ma il driver del prezzo resta sempre il principale. “È indispensabile uno stimolo al mercato che vede un calo continuo della domanda, ed essendo l’Italia un’eccellenza di settore, non vorremmo vedere erodere il nostro mercato dai competitor asiatici, capaci di prezzi per noi inarrivabili, per via di altri parametri di costi, soprattutto sul fronte della sostenibilità ambientale e del lavoro” ha affermato il presidente di Applia. “Più agevoliamo la domanda, più avremo risultati sia a livello economico che energetico”.

Tavolo Bianco

Le imprese chiedono anche un rinnovo del confronto attraverso il Tavolo Bianco istituito grazie al ministro Adolfo Urso che tuttavia non ha avuto seguito dallo scorso febbraio. Oltre agli incentivo, infatti, gli imprenditori chiedono supporto nei distretti territoriali, soprattutto per lo sviluppo e l’innovazione, essendo i distretti il cuore di alcune eccellenze del Made in Italy, come la produzione delle cucine e di cappe. Altro aspetto rilevante nel futuro degli elettrodomestici è la sostenibilità che ha un ruolo centrale, tanto che ¾ degli operatori ritiene che investirà su questo aspetto il 10% del totale del proprio budget.
Lo studio di European House Ambrosetti avalla con i numeri il ritratto di settore reso dal presidente di Applia con una stagnazione dei consumi, osservando che il netto calo demografico nel futuro ci porterà ad avere sempre meno consumatori, costituendo tuttavia una sfida per le imprese che dovranno migliorare alcuni aspetti considerando l’aumento le famiglie monocomponenti (sono ormai il nucleo più diffuso nel Paese) con necessità di innovazione dimensionale (apparecchi più piccoli e a migliore efficienza energetica) e tecnologica (AI).

Calo della domanda

Attualmente si legge un calo della domanda nel 2023 facendo la media di tutti i componenti. Il comparto del lavaggio segna un +0,3% a volume e un +4,8% a valore; il comparto del freddo registra un -5,7% a volume e un -1,2% a valore, mentre il comparto cottura è in discesa del 4,1% a volume e in ascesa del +4% a valore. Si registrano inoltre numeri analoghi per i piccoli elettrodomestici per la casa e la persona.Bisogna poi rilevare che il prezzo, anche lo scorso anno, ha continuato ad essere il driver principale di acquisto, considerato le performance migliori di acquisto sono state in occasione di promozioni e di periodi come il Black Friday che hanno visto crescere le vendite, ad esempio delle lavastoviglie del 12%.
Bene invece le esportazioni che contribuiscono per il 12,3% alla bilancia internazionale con un valore pari a 11 miliardi di euro . L’Italia è inoltre il secondo Paese UE per le esportazioni degli elettrodomestici che nel periodo 2019 2022 sono cresciute del 7,6%. Va anche considerato che il 70% degli operatori del settore riconosce alcuni elementi distintivi all’industria degli elettrodomestici italiana tra cui la qualità, l’artigianalità e il know-how. A livello internazionale, invece, questi fattori sono riconosciuti solo in alcune aree come il Nord America e l’Asia.

Attenzione al riciclo

Indispensabile per le imprese e per il sistema Paese anche uno stimolo e un’attenzione maggiore al riciclo, tema su cui si è soffermato Fabrizio Longoni, direttore del centro di coordinamento RAEE. “I rifiuti da elettrodomestici hanno diversi materiali da recuperare, non solo ferro e rame, quindi vanno recuperati nel modo giusto e va incrementata la raccolta intercettando i rifiuti quando si creano, perché il primo problema è la tracciabilità”.
Vi è poi la questione del risparmio energetico: con una sostituzione efficiente del parco elettrodomestici italiano si potrebbero ridurre le tonnellate di CO2 fino a 4,7 milioni l’anno, per un beneficio economico complessivo di 3 miliardi di euro risparmiati.
Lo scenario ideale sarebbe dunque la sostituzione di tutti gli elettrodomestici inferiori a alla classe A (76 milioni di apparecchi) e un loro efficiente riciclaggio.
Applia vorrebbe quindi veder realizzata una nuova cultura dell’elettrodomestico in cui il consumatore comprenda il valore della qualità. Alle istituzioni chiede invece un sostegno all’acquisto e alla produzione per promuovere la competitività. Dal punto di vista imprenditoriale infine, ci si incammina verso nuove sinergia tra gli operatori della filiere soprattutto tra produttori e retailer. A questo proposito ritiene necessario un impegno in programmi di formazione e di marketing congiunti, pratiche sostenibili in tutta la filiera e sistemi di tracciabilità.

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