Secondo l'analisi Coldiretti presentata a Tuttofood, nel 2021 il made in Italy alimentare vale 575 miliardi di euro, +7% rispetto al 2020: è un quarto del Pil nazionale

Nel 2021 il cibo diventa la prima ricchezza dell’Italia per un valore di 575 miliardi di euro che incrementa del 7% rispetto al 2020 nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Il dato emerge dall’analisi di Coldiretti diffusa in occasione dell’inaugurazione di Tuttofood, la fiera mondiale dell'alimentare che si svolge a Milano-Rho fino al 26 ottobre. Coldiretti, la maggiore organizzazione agricola d’Europa, e Filiera Italia hanno uno spazio innovativo nel Padiglione 18 - L01-L25 dove è stata allestita la prima esposizione delle invenzioni destinate a rivoluzionare l’alimentazione degli italiani, con una decisa svolta verso la sostenibilità nei più diversi ambiti, dal clima all’ambiente, dalla salute alla tecnologia.

Nel secondo anno del Covid la filiera agroalimentare tricolore ha dimostrato un'elevata capacità di resilienza, con un incremento del fatturato che accomuna agricoltura, industria e grande distribuzione, mentre la ristorazione ricomincia crescere dopo un 2020 disastroso. Il made in Italy alimentare vale oggi quasi un quarto del Pil nazionale e dal campo alla tavola vede impegnati 4 milioni di lavoratori in 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti di vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio quotidianamente rifornita dalle campagne italiane dove stalle, serre e aziende hanno continuato a produrre nonostante le difficoltà legate al Covid, garantendo le forniture di prodotti alimentari sulle tavole degli italiani.

Dalla ricerca Coldiretti emerge anche che, alla base del successo del made in Italy, c’è un’agricoltura diventata la più green d’Europa e leader Ue nel biologico con 80.000 operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.266 prodotti alimentari tradizionali e, con Campagna Amica, la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.

Il Belpaese è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

"L’emergenza globale provocata dal Covid ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza -commenta Ettore Prandini, presidente Coldiretti-. Per questo abbiamo elaborato e proposto progetti concreti nel Pnrr per favorire l’autosufficienza alimentare e una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale. Ma per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia made in Italy serve però agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Una mancanza che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della bolletta logistica legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci".

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