La più importante novità del 2021 per il mondo dei televisori è senza dubbio la partenza, a settembre 2021, del secondo switch-off del segnale televisivo terrestre, conosciuto come DVB-T2. Un cambiamento che vedrà il passaggio dallo standard Mpeg-2 a Mpeg-4 e al sistema di compressione Hevc (High Efficiency Video Coding codec video ad alta efficienza). Una novità legata alla necessità di liberare la frequenza da 700 MHz che sarà occupata dalla nuova telefonia 5G. Per il consumatore si traduce in una più alta risoluzione delle immagini, che può arrivare fino a 8k. Secondo le stime, un adeguamento tecnologico che potrebbe riguardare fino a 20 milioni di Tv considerando tutti i televisori della prima casa più quelli della seconda e della terza. Otto milioni, se prendiamo in considerazione “solo” il primo Tv della prima casa.
Dal punto di vista tecnologico non si prevedono particolari criticità in quanto fin dal primo gennaio 2017 è obbligatorio per legge il decoder Dvbt2 Hevc su tutti i televisori immessi sul mercato, quindi al momento dello switch off vero e proprio saranno già quasi cinque anni che i televisori acquistati nei negozi sono predisposti per tale cambio. I modelli venduti prima del 2017 dovranno essere sostituiti o affiancati da un decoder esterno compatibile.
Uno dei principali problemi appare il tasso di sostituzione dei televisori che oggi si colloca intorno ai quattro milioni di pezzi all’anno e con un numero ancora più basso di decoder: quindi già al di sotto del requisito minimo di otto milioni di televisori di cui si è detto sopra.
“Il primo rischio”, afferma Davide Rossi, presidente di Optime (Osservatorio Permanente per la tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica) "è quello di arrivare a ridosso dello spegnimento delle attuali modalità trasmissive con una domanda inespressa ancora enorme e comunque superiore alla disponibilità fisiologica del canale distributivo abituale. Questo potrebbe portare a una drastica riduzione delle scelte possibili per gli utenti a causa di un temporaneo stock-out sul mercato dei modelli di costo più accessibile e comunque di quelli più attrattivi. Parallelamente, potrebbero comparire sul mercato lotti di prodotti di provenienza estera e non necessariamente pienamente compatibili con le trasmissioni italiane che troverebbero facile sfogo tattico e temporaneo sui canali distributivi non specializzati”.
“Il modo più efficace per avvicinare i consumatori al cambio tecnologico e avviare fin da subito la transizione al nuovo segnale televisivo è spegnere progressivamente gli attuali canali, in modo che i consumatori stessi si accorgano che c’è una trasformazione in atto”, dichiara Andrea Scozzoli, presidente di Aires (Associazione Italiana Retailers Elettrodomestici Specializzati). “Temo, però, che succederà il contrario: la consapevolezza maturerà vicino ad agosto, o, peggio ancora dopo quando molti si accorgeranno che il televisore non funziona più. Sarà molto difficile soddisfare la domanda che si concentrerà in quel periodo. Il primo switch off era stato programmato per regioni o per zone geografiche e alla fine ha richiesto quasi quattro anni dal 2008 al 2012 per essere attuato interamente. Adesso avviene quasi tutto in una volta e sarà molto difficile sostituire tutti i device non compatibili in un tempo così breve”.
Per sostenere la transizione al nuovo segnale televisivo, il Mise, Ministero dello sviluppo economico, ha previsto un sostegno economico per i consumatori a più basso reddito attraverso l’erogazione di un “Bonus Tv”. Anche l’applicazione del bonus suscita qualche perplessità.
Primo la scarsa conoscenza tra i consumatori e poi una certa lentezza nell’erogazione del bonus stesso. “Il punto debole”, sottolinea Scozzoli di Aires “è il modo in cui è stato disegnato il bonus: un decoder e un televisore sono prodotti con un prezzo molto diverso ma ricevono lo stesso bonus di 50 euro. E questo è già un limite concettuale. Per rendere più efficiente il meccanismo si potrebbe elevare la fascia di reddito necessaria per accedere al bonus e diversificare l’incentivo con un netto vantaggio a favore del televisore. Così come era preferibile un incentivo che partisse alto all’inizio e andasse a ridursi nel tempo per stimolare in anticipo l’acquisto dei televisori nuovi”.
Un’importante novità è arrivata dalla legge di Bilancio 2021 che, anche su proposta di varie associazioni come Aires e di Optime, ha stanziato ulteriori 100 milioni per un bonus rottamazione Tv.
“Già da tre anni montiamo sui nostri Tv il sintonizzatore che è richiesto dal nuovo standard DVB-T2 e abbiamo anche ricevuto il bollino di laTivù che certifica che i nostri prodotti sono pronti per il passaggio" spiega Alessandro Zearo, marketing manager home entertainment LG Electronics Italia "L’unica criticità che potrebbe esserci è legata forse a una bassa consapevolezza dei consumatori sul tema, cioè materialmente cosa va cambiato e per quale motivo. La comunicazione anche istituzionale su questo tema è iniziata già lo scorso anno, ma ha avuto un’eco contenuta forse anche a causa dell’attenzione che i consumatori hanno dedicato ad altri temi più urgenti. La nostra aspettativa è che questa occasione rappresenti di per sé un incentivo per sostituire i vecchi televisori, contribuendo ad aggiornare l’enorme parco Tv di vecchia generazione ancora diffusi in Italia”.
“Samsung ha in programma diverse campagne di sensibilizzazione sviluppate in partnership con i nostri key retailer con il quali condividiamo la missione di alimentare un percorso di education semplice e concreto in grado di evidenziare il valore aggiunto dei benefici offerti dal rinnovamento del parco Tv" entra nel merito Adrian Graf, head of marketing & retail AV Samsung Electronics Italia. "Difficilmente a fare la differenza nella scelta di acquisto di un nuovo Tv saranno esclusivamente i bonus da 50 euro e per altro, oggi, destinati a una fascia ristretta della popolazione. Indubbiamente, informare adeguatamente il consumatore accresce la sensibilizzazione e consapevolezza dei benefici e spinge verso l’evoluzione dei dispositivi che si hanno in casa per fruire di un vero e proprio cambiamento nell’esperienza visiva”.
Il televisore è compatibile?
Un televisore acquistato dopo il 1° gennaio 2017 deve essere compatibile con il nuovo digitale terrestre, è però una buona regola verificare la compatibilità per non incappare in “brutte sorprese” dell’ultimo minuto.
Si può cominciare leggendo il manuale o la scheda tecnica del televisore e ricercare l’indicazione “dVB-T2” oppure contattare il servizio clienti del produttore.
Esistono anche delle verifiche pratiche: ricercare sul televisore i canali 501 per Rai 1 Hd, 505 per canale 5 Hd e 507 per LA7 Hd. Se almeno un canale Hd è visibile, il televisore è pronto per il primo passaggio tecnologico di settembre, in caso contrario sarà necessario sostituirlo o affiancarlo con un decoder compatibile. Inoltre, deve essere verificata la compatibilità con il formato HEVc main10. In questo caso è necessario ricercare i canali “100” e “200” che non solo devono comparire, ma devono anche riportare la scritta “Test HEVc main10”. Se il test è superato allora il device è compatibile con il nuovo standard trasmissivo.
I tempi dello switch off
Dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021.
Sono interessate l’Area 2: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia tranne provincia di Mantova, provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano. Area 3: Veneto, provincia
di Mantova, Friuli- Venezia Giulia, Emilia Romagna tranne la provincia di Piacenza.
Dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022: è il turno dell’Area 1: Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna).
Dal 1° aprile 2022 al 20 giugno 2022, infine, sarà interessata l’Area 4: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche.