Aggiornare i processi aziendali nel retail richiede in grosso impegno, organizzativo ed economico. Ma la digitalizzazione per i retailer è un processo inevitabile che coinvolge tutte le attività e allo stesso tempo le rende più efficienti dunque, come sostiene la ricerca McKinsey Global Institute "Automation in retail", "i vincitori saranno coloro che coglieranno queste implicazioni e saranno rapidi nell'affrontarle".
Ridurre la pressione sui margini: la digitalizzazione per i retailer
L'automazione ottenuta attraverso la digitalizzazione è una strada per contrastare la riduzione dei margini. McKinsey stima per 100-150 punti base la pressione sui margini sostenuta da supermercati e ipermercati, mentre per i negozi di abbigliamento e grandi magazzini si arriva a 350-500 punti base. Avviare l'innovazione tecnologica potrebbe generare un incremento nei margini pari a 300-500 punti base.
Il valore viene recuperato anche grazie al risparmio di tempo, tecnologie come etichette e scaffali digitali, terminali di self-check-out, robot per lo scanning automatizzato, scarico merci parzialmente automatizzato. Secondo la ricerca, si parla di un risparmio di tempo del 55-65%.
Se è vero, come sostiene il rapporto, che nel retail circa la metà dei processi possono essere automatizzati utilizzando tecnologia già disponibile, e che il processo è inevitabile, è anche vero che il passaggio può essere immediato e completo, oppure incrementale.
Quando e come della digitalizzazione
I vantaggi sono evidenti, ma le aziende si mostrano "pigre" nell'abbracciare l'innovazione e, quando si tratta di pianificare gli investimenti, nel 90% dei casi si limitano a riconfermare le scelte dell'anno precedente. Solo un terzo delle aziende ricollocano il 30-40% denaro disponibile in maniera dinamica, in un arco di tempo di 5-6 anni. Significa che investono in settori diversi rispetto al passato con un tasso del 5-6% all'anno.
In quali ambiti è meglio orientare gli investimenti? Secondo McKinsey, anche se si parla tanto di automazione e di intelligenza artificiale per il negozio, un'innovazione che porta molto vantaggio è quella che riguarda la suppy-chain e le funzioni della sede centrale, come per esempio il merchandising. Di quest'ultima attività il rapporto stima che il 30-40% si possa già automatizzare grazie alla disponibilità dei dati storici dai quali trarre informazioni per sviluppare scenari futuri, lo stesso discorso vale per prezzi e promozioni.
Un altro settore sul quale si può intervenire è quello della ricerca del personale: McKinsey cita l'esperienza di un retailer che ha creato una app per chi cerca lavoro e uno strumento web per vagliare le offerte di personale, riducendo i tempi dell'80% e migliorando il successo e la permanenza delle persone assunte.
La soluzione incrementale
La velocità è un elemento chiave, quindi l'idea di cominciare subito ad automatizzare i processi è attraente, soprattutto se non si dispone delle risorse per un investimento consistente e immediato. Il suggerimento di Scandit è di attivare subito dei cambiamenti avvalendosi della tecnologia mobile, in particolare di smartphone equipaggiati con la computer vision, quindi riconoscimento ottico dei caratteri (Ocr) e realtà aumentata, i quali permettono di cominciare subito a trarre vantaggio dall'innovazione, senza enormi investimenti infrastrutturali. Si tratta di app che possono migliorare significativamente le performance di un operatore, e quindi del retailer, perché velocizzano e migliorano attività che sono quotidiane: controllo scorte, date di consegna, verifica dei prezzi. Tutte informazioni che lo store manager può utilizzare sia nel backoffice, per l'inventario, che nel servizio al pubblico.
Preparare i manager
Quali aspetti tenere presenti, a livello manageriale, per la digitalizzazione per i retailer? McKinsey ha distillato una serie di temi su cui le aziende devono lavorare. Eccoli:
-Dimensioni e portata dell'impatto dell'innovazione tecnologica sulla forza lavoro;
-Quali cambiamenti nel business o adiacenze potrebbero generare un numero significativo di nuovi posti di lavoro?
-È già presente in azienda una pianificazione per la formazione sulle competenze del futuro?
-Considerando le implicazioni sulla forza lavoro a livello economico, propendete per una strategia proattiva o reattiva?
-È presente in azienda un programma per la ricerca interna di nuovi talenti?
-Come dovranno evolversi gli stipendi perché siano capaci di attrarre nuovi talenti e trattenere quelli già in azienda?