I format delle profumerie operano in due direzioni. Da un lato mirano a massimizzare l’esperienza in store della clientela, implementando l’offerta di servizio. Dall’altro, spingono a condividere e a proseguire quell’esperienza anche sul canale digitale, grazie all’uso di device e soluzioni tecnologiche disponibili in negozio. Il tutto concorre a creare una contaminazione costante fra reale e virtuale, visto che le insegne del beauty si muovono molto in ambiente social, dove sono attive con proprie community online. Un ulteriore modo per avvicinare la clientela del negozio a quella del web, e viceversa.
I punti di vendita più innovativi si qualificano per spazi ariosi, ampie vetrate, ambienti colorati e piacevoli da visitare, studiati per prolungare il tempo di permanenza medio della clientela. Nella loro attività di shopping, i consumatori possono contare sull’ausilio di varie strumentazioni: dai tavoli interattivi per visionare le novità di prodotto, ai tablet per individuare in negozio gli articoli di interesse. Le soluzioni d’arredo ed espositive sono concepite per invogliare il consumatore a toccare e testare i prodotti, anche grazie alla frequente introduzione di corner, con personale dedicato, dove il cliente può provare i diversi make up. Il tutto, sempre in logica omnichannel. Pensiamo a un’area come il Beauty Hub Sephora, presente nei nuovi store della catena: lo spazio, oltre ad ospitare diverse postazioni per il trucco, è anche provvisto di uno schermo collegato a internet, per seguire workshop e condividere il proprio look sui social.
L’approfondimento della componente relazionale è un tratto chiave del format Nyx (Gruppo L’Oréal): l’80% del personale è composto da make up artist in grado di aiutare le persone nella scelta dei prodotti, anche con sessioni di trucco. Il focus sulle prestazioni e sui servizi tarati sulle necessità del singolo cliente arriva fino all’offerta di personalizzazione prodotto, sempre più diffusa.
Come dimostra, fra gli altri, il recente concept Kikoid aperto a Milano, dove è presente un robot dual arm, realizzato in esclusiva per la catena, che aiuta i clienti a personalizzare gli articoli (incisione di icone, nomi, dediche).
Infine, l’esperienza in store, declinata in modo diverso a seconda della singola profumeria, è un valore aggiunto per Ethos Profumerie. Lo conferma Mara Zanotto, direttore generale del gruppo: “Abbiamo negozi che ospitano al loro interno serre con angoli lettura e relax così come altri puntano sull’hi-tech. La chiave sta nel trovare il giusto modo per comunicare con la propria clientela tenendo in considerazione la storicità delle piazze, l’ubicazione, lo strato socio-culturale ed economico e il target di riferimento”.
Inclusione, multietnicità, ma anche sostenibilità e prezzo: sono alcuni dei principali trend del segmento a livello di assortimento. Si punta, infatti, su gamme per un make up No gender e No color limits: si vanno ad assottigliare (sino a sparire) le differenze di sesso nell’approccio a prodotti e rituali di bellezza, con un make up, che si rivolge a un consumatore di ogni provenienza, fisionomia e carnagione. Questo richiamo all’inclusività dell’offerta si sposa con la tendenza a esplorare gamme insolite, originali, etniche: si spazia dalle proposte etno-gipsy di Kiko ai brand coreani di Sephora e Shaka. Altro tema fondamentale: l’attenzione a trattare sia prodotti naturali, dal senza glutine al senza conservanti, sia gamme sostenibili, in termini ambientali e sociali.
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